Premio Masi al Filarmonico

I vincitori del Premio Masi, quest’anno alla 32ma edizione, sono stati festeggiati al Teatro Filarmonico di Verona, dove dal 2008 si svolge la cerimonia ufficiale di consegna delle targhe, poco dopo la consueta firma, alle cantine di Gargagnago, della botte di Amarone loro [//]destinata, quale prodotto peculiare della terra veneta. Nel corso di un articolato talk-show condotto da Antonello Piroso, essi si sono raccontati, al folto pubblico di autorità e invitati, nei rispettivi ambiti di attività e ricerca. Tutti nel segno della civiltà del vino e dei valori fondanti della cultura veneta e nazionale e dell’umana universale civile convivenza. Molto differenziate le personalità dei tre vincitori del “Civiltà veneta”, destinato a personaggi veneti di origine o di adozione che hanno contribuito a tutelare e a trasmettere i valori delle Venezie. Giovanni Bonotto è un imprenditore vicentino che, attraverso l’intuizione professionale di “Fabbrica Lenta”, ha recuperato l’eccellenza dell’artigianato d’arte italiano. Nello specifico, della tradizione tessile, strategica per il rilancio del sistema manifatturiero nazionale. Giacomo Rizzolatti è un neuroscienziato friulano, nome di spicco della comunità accademica mondiale, al quale si deve la scoperta dei neuroni specchio, dando un contributo significativo a porre le basi scientifiche dell’empatia tra esseri umani. Sergio Romano, giornalista, storico e diplomatico vicentino, è riconosciuto quale acuto osservatore e interprete dell’attualità e della storia. I vincitori del “Civiltà del vino”, riservato ai protagonisti dello sviluppo vitivinicolo e ideali interpreti della civiltà del vino nel mondo, sono quest’anno tre “archeologi e pionieri” della vite, che hanno riunito le rispettive esperienze nel progetto “Le vigne di Venezia”. Finalizzata al recupero della tradizione vitivinicola della Laguna, l’iniziativa ripropone sulla scena mondiale Venezia anche in una veste pressoché inedita. Alla famiglia Bisol, storici viticoltori di Valdobbiadene, si deve il progetto “Terre di Venezia/Venissa”, che fa rivivere il binomio orto-viticoltura della tradizione lagunare, anche attraverso il recupero di vigneti autoctoni rimasti in vita nel corso dei secoli, come il Dorona; l’imprenditore parigino Michel Thoulouze, con “Orto di Sant’Erasmo”, dal 2006 produce sull’isola di Sant’Erasmo, per secoli fornitrice di verdure e ortaggi alla città dei Dogi, un vino, l’Orto di Venezia, lavorato senza aratura, concimi e diserbanti, e utilizzando antichi sistemi di canali e chiuse per il drenaggio ripristinati; Flavio Franceschet, architetto e professore in pensione, è l’anima e il cuore de “La laguna nel bicchiere/Le vigne ritrovate”, associazione no-profit che, dai vigneti custoditi negli orti dei conventi sulle isole di San Michele e della Giudecca, produce i vini In vino veritas e Rosso Gneca seguendo un ciclo produttivo assolutamente naturale: dalla raccolta a mano alla pigiatura con i piedi, all’esclusione di additivi aggiunti. Marjane Satrapi, vincitrice del “Grosso d’oro veneziano”, dedicato a personalità che hanno contribuito a diffondere un messaggio di cultura nel mondo favorendo la comprensione tra i popoli, è una scrittrice iraniana, parigina di adozione, fumettista, sceneggiatrice, illustratrice, che ha acquisito fama mondiale quale autrice del romanzo autobiografico a fumetti “Persepolis”, divenuto anche un film di animazione. La Satrapi è nota per il suo impegno nella difesa dei valori universali di libertà, giustizia e integrità umana, anche attraverso la denuncia della repressione del regime iraniano. Il premio, voluto da Fondazone Masi, presieduta da Isabella Bossi Fedrigotti, vicepresidente Sandro Boscaini, a sua volta presidente di Masi Agricola, produttrice, tra i molti prestigiosi vini, del celebre Amarone, da quest’anno si avvale della collaborazione di Fondazione Corriere della Sera di Milano, al fine di valorizzare ulteriormente i premiati su scala nazionale. (Franca Barbuggiani) Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail