Proposta di legge regionale di Corsi per la riqualificazione edilizia e il risparmio del suolo

Da più parti, in occasione delle varianti ai piani regolatori dei diversi comuni, viene criticata una scarsa attenzione delle amministrazioni comunali al “consumo del suolo”. Ci sono migliaia di appartamenti vuoti ed edifici inutilizzati. Perché continuare a costruire? Non sarebbe più logico ed anche giusto sistemare e utilizzare l’esistente? E’ quello che ha tradotto in un progetto di legge che Enrico Corsi (Lega) ha presentato in Regione per la riqualificazione edilizia ed il recupero di seminterrati e per dare una nuova vita ai vecchi edifici, evitando il consumo di suolo.

«In un momento così complesso per l’economia veneta, – ha dichiarato Corsi- è dovere di ogni istituzione mettere in pratica ogni azione per supportare un settore fondamentale quale quello dell’edilizia. Per raggiungere in pratica questo obiettivo senza però consumare suolo, dobbiamo rivalutare il patrimonio immobiliare attraverso un riutilizzo degli spazi in disuso, come i locali seminterrati delle vecchie abitazioni che invece potrebbero rivelarsi molto utili per le case private, ma anche per gli hotel, i negozi e gli artigiani.»

Il progetto di legge riordina la disciplina dei seminterrati, valorizzando e integrando ulteriormente la regolamentazione del settore dell’edilizia. «In questo modo – continua Corsi- si chiariscono molti aspetti dubbi per costruttori e proprietari che, vedendo finalmente facilitato un intervento di questo tipo, si sentiranno più rassicurati dal mettere mano a un lavoro edilizio».

«Grazie a questo progetto di legge, che non comporta costi ulteriori oneri economici per la Regione del Veneto – prosegue Corsi – si danno nuove possibilità di riqualificazione dei palazzi già esistenti, specialmente quelli più trascurati, permettendo di dare una seconda vita a edifici che, altrimenti, sarebbero magari stati trascurati in favore di costruzioni più nuove che, però, comporterebbero un ulteriore consumo di suolo.»

Enrico Corsi ricorda che la metà degli edifici del Vento è datata tra il secondo dopoguerra e il 1991, con caratteristiche energetiche e strutturali mediocri o pessime. Quindi è essenziale ristrutturarli sia per adeguarli alle norme antisismiche sia per rispondere alla crescente domanda di sostenibilità.

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