Confagricoltura, ricorda Ferrarese, si è fortemente impegnata per il loro cambiamento e il superamento di regole non più adatte a un mercato globale, ma in Italia mancano una programmazione e una seria politica per la zootecnia: “Dal primo aprile saremo esposti alla concorrenza di tutti i produttori di latte a livello internazionale e in Italia si limita per il settore la libertà d’impresa – accusa – . Non è accettabile che, finito il regime delle quote, si mantenga comunque l’apparato burocratico che ha mal amministrato il settore negli ultimi 30 anni. E’ necessario, infine, che regole sanitarie, prezzi dei farmaci, disciplinari, costi dell’energie e sementi ogm vengano uniformati a livello europeo”. Gli interventi governativi di questi giorni non hanno cambiato la rotta di collisione per il settore: “Come Confagricoltura siamo fortemente contrari alle nuove disposizioni ministeriali relative al pagamento accoppiato per il comparto latte contenute nel nuovo decreto attuativo della Pac, che prevede l’accesso ai contributi subordinato all’iscrizione ai libri genealogici e ai controlli funzionali. Questo escluderebbe oggi quasi la metà degli allevatori italiani. Gli allevatori che volessero percepire il premio dovrebbero iscriversi obbligatoriamente ai libri genealogici con dei costi che assorbirebbero una buona parte del premio stesso”. La zootecnia in Veneto è un settore produttivo di punta.
La produzione di latte è di 11,10 milioni di quintali, che lo colloca al terzo posto in Italia dopo la Lombardia e l’Emilia Romagna. Il Veneto esprime, secondo stime di “Veneto Agricoltura”, un valore della produzione (ai prezzi di base del 2013) di quasi 450 milioni di euro. Secondo dati Agea il numero delle aziende con produzione di latte presenti nel Veneto per la campagna 2013/2014 è di 3.515.
Comunicato stampa a cura di Confagricoltura





