Ragionamento sulla democrazia

(di Paolo Danieli) Anche se molti, presi dalla quotidianità, non c’hanno fatto caso, in Italia si sta compiendo un cambiamento epocale. 
Del passaggio fra la 1^ e la 2^ Repubblica se ne accorsero tutti. Fu clamoroso.: tintinnar di manette e monetine, diverse le facce al telegiornale. Non c’erano dubbi: era finita un’epoca. 
Meno rumoroso il passaggio fra la 2^ e la 3^ Repubblica, con la messa fuorigioco di Berlusconi, il golpe bianco di Napolitano e Monti, il grigio susseguirsi di premier, nessuno scelto dal popolo, tutti imposti dall’alto. 
Dai oggi, dai domani, uno non ci fa più caso, ma in meno di 30 anni la democrazia italiana l’hanno svuotata a tal punto da essere diventata solo una forma priva di sostanza. 

Il primo passo è stata la distruzione dei partiti realizzata con tangentopoli. E’ partito tutto da lì. Coi guanti bianchi di Mani Pulite è stata tagliata la cinghia di trasmissione fra il popolo e le istituzioni: i partiti. Con la scusa che qualcuno aveva esagerato a rubare, abbiamo buttato via il bambino con l’acqua sporca. Hanno fatto fuori i ladri, non tutti. E con loro anche il sistema dei partiti che aveva funzionato egregiamente dal 1946 al 1992. 
Così dai partiti democratici e partecipati, quelli che che fungevano da scuola e selezione per la classe politica, siamo passati prima ai partiti “degli eletti”, poi ai partiti “leggeri” ed infine ai partiti “dei leader”. Quelli che hanno il nome del capo stampato sul simbolo. Come dire: le idee lasciano il tempo che trovano, quel che conta è il capo. Poi se il capo va sotto un tram e muore, è tutto da rifare.

Senza democrazia nei partiti, senza preferenze, con le liste fatte dai capi in base alle loro simpatie e antipatie, i parlamentari non funzionano più da interfaccia fra il popolo e le istituzioni. E così la democrazia rappresentativa non c’è più. E i partiti contano sempre meno. Gli elettori l’hanno capito e stanno a casa. Dimostrazione eclatante il governo Draghi. Dove conta solo lui e i partiti si devono adeguare. Al massimo spostano qualche virgola. Se poi Draghi andrà anche a fare il Presidente della Repubblica, il cerchio si chiude. Grazie a lui l’Italia è più rispettata in Europa e nessuno gioca a nostro danno con lo spread. Ma un cambiamento epocale si è realizzato. Il sistema politico italiano è diventato altro.

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