Stop alla cessioni dei crediti superbonus, ANCE Verona: una bomba sociale, minato il rapporto di fiducia fra Stato e cittadini

Ance Verona raccoglie il grido di allarme lanciato dal Consiglio generale Ance nazionale. Il Governo ha optato per un clamoroso dietrofront. Il decreto-legge in materia di crediti fiscali è entrato subito in vigore, già operativo il blocco di tutte le cessioni di crediti e il divieto di acquisto delle Pubbliche amministrazioni. Nodo crediti incagliati legati ai bonus edilizi: 15 miliardi di euro già maturati che, se non pagati, mettono a rischio 90.000 cantieri di ristrutturazione delle case in corso in tutta Italia, 25.000 imprese e 130.000 lavoratori.

È stata, di fatto, disattivata la norma quadro che regola le cessioni dei crediti (articolo 121, decreto Rilancio) e attuato il divieto di acquisto dei crediti da parte di enti pubblici. Esclusi da questa novità solo gli interventi già avviati. La seconda linea del decreto-legge, portato in Consiglio dei ministri ieri pomeriggio e approvato dopo sole poche ore, introduce un divieto secco per Comuni, Province e Regioni e tutti gli enti che rientrano nel cosiddetto “perimetro della Pa” di acquistare crediti fiscali legati a lavori di ristrutturazione. Queste operazioni di acquisto, infatti, potrebbero essere contabilizzate come indebitamento, possibile solo in forme limitatissime.

«E’ già da mesi che lanciamo gridi d’allarme sul problema dei crediti incagliati che mettono a rischi fallimento imprese e crea molti problemi alle famiglie – il commento lapidario della Presidente di Ance nazionale, Federica Brancaccio, che interpreta la reazione delle imprese a fronte delle scelte di Governo. – Il decreto di ieri sera, il più veloce della storia, è l’ennesimo cambio in corsa di regole che blocca il futuro. Sapevamo che andavano riscritte le regole ma questa decisione impedisce alle Regioni a dare un aiuto alle imprese e alle famiglie che non riuscivano a monetizzare i crediti».

Le fa eco Carlo Trestini, Vicepresidente nazionale Ance e presidente della sezione veronese: «E’ necessaria un’apertura di dialogo immediata altrimenti il rischio è che scoppi una bomba sociale ed economica. Serve, come invochiamo da tempo, una riforma strutturale e di lungo periodo del settore. L’emergenza è non far fallire le imprese, sono circa 20mila a rischio, un 7% circa in Veneto. Questo potrebbe significare disoccupazione e lavori lasciati a metà. Un boomerang sui privati, sui condomini, ma fondamentalmente ad essere minata è la fiducia tra il cittadino e lo Stato».

È stato convocato per lunedì l’incontro tra il Comitato di Presidenza nazionale e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, per interpretare in modo più consono le nuove direttive, risolvere il nodo dei crediti incagliati e portare il programma di un nuovo sistema di accompagnamento per rigenerare e ristrutturare il patrimonio. Necessaria, inoltre, una misura tempestiva che consenta immediatamente alle banche di ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dalle banche.

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