Sulla Croce Rossa non si spara, mai. E il meteo non è una “colpa” politica

(di Gianni De Paoli) E’ una valutazione umana prima ancora che politica. Il nubifragio come il covid. Non si accetta la speculazione. Gli avvoltoi non sono ammessi. C’è una dialettica politica, un confronto, anche una polemica. Ma lo sciacallaggio non ha cittadinanza nel consorzio civile. 

Conte ha tutta la mia disapprovazione. Non mi piace. A cominciare dal suo addetto stampa. Dal suo essersi posto come “re travicello caduto ai ranocchi” che non va più via. Dalla sua necessità di dare la precedenza all’apparire sull’essere. Ma quando c’è da combattere il virus, se lì c’è lui, bisogna dimenticare tutto il resto e rispettare le regole. Anche per questo l’Italia s’è salvata. Merito degli italiani che hanno accettato perfino di farsi comandare da un Conte qualsiasi. 

Domenica, Verona, l’uragano. Mai vista una roba del genere. E di anni ne ho. Alberi caduti, strade interrotte, negozi, uffici, cantine allagati, strade come torrenti, detriti dappertutto. Per poco l’odontotecnico di Santo Stefano non ci lascia la pelle. 

Ma che cazzo c’entra il sindaco? Come si fa a prendersela con Sboarina due? Sparare sull’amministrazione comunale di Verona, invece di andare ad aiutare a spalare la melma e a rimuovere i tronchi e i rami è inammissibile. Siamo ai livelli di “piove, governo ladro”. Non si può. Non è onesto. E’ da ignoranti. Non occorre aver fatto il Maffei per sapere che “tempo, cul e siori, i fa quel che i vol lori“. E stavolta non si può far finta di non sapere che è andata proprio così. Che Sboarina non c’entra. Please, non facciamo gli sciacalli. In questa circostanza quel che l’amministrazione poteva fare l’ha fatto. Sul resto possiamo discutere, criticare, dissentire. Ma il nubifragio, come il covid, poteva capitare a chiunque. Per cui… un pochetin de quel che se che dise.

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail