Tosi, tre mosse per mettere in sicurezza Amia e il problema dei rifiuti: Cà del Bue, discarica di Torrette e raccolta in-house per tutta la provincia

Torna incandescente il dibattito sui rifiuti. Poco fa, Flavio Tosi ha presentato la strategia del suo gruppo in Consiglio comunale sul riassetto del settore, un riassetto da farsi – in parte – prima dell’annunciata fusione fra AGSM ed Aim-Vicenza. Il riassetto poggia su tre basi: Cà del Bue in versione termovalorizzatore; la raccolta in-house di tutti i rifiuti della provincia di Verona; l’acquisto della quota in mano al Comune di Legnago del 51% della discarica di Torrette, l’unico vero impianto in provincia di Verona.

«Pariamo da Cà del Bue: era assurdo investire 200 milioni per realizzare un termovalorizzatore in provincia di Pavia come voleva l’accordo abortito fra AGSM e A2A. Abbiamo una autorizzazione tuttora valida per farlo a Verona e qui dobbiamo farlo. Fra l’altro questa soluzione è contenuta anche in una delle offerte dei competitor di A2A (si tratta del ticket Alperia-Dolomiti energia che già gestiscono l’impianto modello di Bolzano. Ndr) e consentirebbe di investire sul nostro territorio con evidenti vantaggi» sottolinea l’ex sindaco.

Secondo punto, la gestione in-house, ovvero gestita direttamente dai Comuni: «Amia deve portare in-house raccolta e gestione del verde; Esacom – appena ceduta per il 40% ai Comuni della Bassa – potrebbe fare lo stesso; Serit, che cura la raccolta nella provincia ed è controllata da Amia, potrebbe attraverso un meccanismo legittimo e trasparente di cessione di quote ai Comuni permettere la realizzazione di una grande realtà provinciale, controllata da tutti i Comuni scaligeri, che curerebbe in maniera sinergica la raccolta dei rifiuti, ottimizzando la gestione».

Terzo nodo, la discarica di Torrette: «E’ l’unico grosso impianto in provincia di Verona, ed ha un futuro importante in quanto si può ampliare in sicurezza. Il Comune di Legnago vuole cedere il suo 51% della società di gestione al Comune di Vicenza che, attraverso Aim, già possiede il 49% della discarica. E vuole fare questa cessione prima della fusione delle due multiutility e direttamente al Comune berico che quindi manterrebbe il controllo di un impianto scaligero. La soluzione più logica per il sistema-Verona sarebbe che AMIA entrasse in gara, offrisse più del Comune di Vicenza (che a parità di offerta ha diritto di prelazione in quanto già socio) e che quindi la discarica entrasse successivamente nella fusione AGSM-Aim. E’ una soluzione logica che va adottata dato che in futuro comunque, anche in presenza di amplia raccolta differenziata, avremo sempre bisogno di una discarica».

Le tre soluzioni permetterebbero anche di mettere in sicurezza la stessa AMIA: «Il pareggio di bilancio è in larga parte soltanto un maquillage contabile: il Comune ha pagato di più per i servizi e AGSM ha fatturato di meno per i service in essere. A questo si aggiunge la vendita del 40% di Esacom e il conferimento dei rifiuti a Sant’Urbano, il termovalorizzatore di Padova, in base ad un accordo che oggi non c’è più. Pagheremo di più per smaltire i nostri rifiuti; manca quindi una vera strategia di contenimento dei costi» sottolinea Tosi.

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