Tutti liberi dalle mascherine. Meno il personale sanitario. E perché non quello che lavora sugli alimenti?

Bene l’allentamento delle misure anti-Covid. La pandemia continua. I contagi anche, ma c’è da dire che i ricoveri sono calati e la malattia per lo più è diventata una specie di influenza che si risolve in qualche giorno. Resta solo l’obbligo di portare la mascherina per il personale sanitario. Giustamente. A tutela di ciascun operatore e dei pazienti. Tutti gli altri liberi dalla mascherina. E tutti contenti. Ma qui ci sarebbe da ridire. Perché, come il personale sanitario, la dovrebbero portare anche tutti quelli che lavorano sugli alimenti. 

E’ incomprensibile che, dopo averci illustrato in qualsiasi maniera come il ‘droplet’, ovvero l’aerosol di saliva che viene emesso quando si parla, si estende per diversi centimetri dalla bocca, l’uso della mascherina non sia stato mantenuto per questa categoria di lavoratori.

Covid o non Covid, infezioni o non infezioni, mi fa schifo pensare che le goccioline di saliva del salumiere o del panettiere cadano su pezzo di formaggio o sul pane che mi sta preparando mentre parla con noi o con altri clienti. 

L’uso della mascherina per chi prepara o confeziona alimenti dovrebbe essere obbligatorio a prescindere dalla pandemia o da qualsiasi altra epidemia. E’ una questione di igiene e di rispetto per i clienti. La stessa per la quale il cliente deve indossare il guanto quando al supermercato tocca la frutta e la verdura o il commesso del negozio di alimentari quando ti incarta il pane. 

Qui il covid non c’entra. C’entra l’igiene pubblica, la civiltà e poi anche una forma semplicissima di prevenzione di qualsiasi malattia.

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