Un monopattino, tre problemi da affrontare. Prima che ci scappi il morto

(di Marco Danieli) Il tizio che in monopattino sfreccia di notte su una strada di Bussolengo correndo come un pazzo a 83 chilometri all’ora, sorpassando auto mentre parla al telefonino, ha fatto il giro del web. E’ la tipica goccia che fa traboccare un vaso che è pieno di episodi, magari meno eclatanti, di comportamenti pericolosi ma che testimoniano come sia necessario mettere mano al più presto a una seria regolamentazione di questo nuovo mezzo di trasporto diventato di moda nell’ultimo anno.

Che il monopattino sia utile e comodo non ci sono dubbi. Poco ingombrate, silenzioso, maneggevole, ecologico è un’alternativa al trasporto pubblico che se prima non si prendeva volentieri adesso, nell’era covid, a torto o a ragione, non è considerato un modo sicuro di spostarsi in città per via della difficoltà di realizzare il distanziamento sociale. E proprio per questo ha incontrato un grande successo, specie nei giovani. In bici bisogna pedalare…si fa fatica. Il monopattino invece è elettrico, ci monti sopra e vai. E rispetto allo scooter non ha neanche la seccatura del casco. E questo è un primo problema: la sicurezza di chi lo usa. Immaginiamo solo per un attimo se quello che andava a ottanta all’ora fosse andato a sbattere da qualche parte…

E poi non c’è bisogno nemmeno della patente. E questo è un secondo problema: la sicurezza degli altri, perché lo può guidare anche chi ignora le basi del codice della strada. In giro se ne vedono sempre di più. La maggior parte a noleggio, così li lasci lì dove capita. E questo è un terzo problema: te li trovi dappertutto, lasciati lì, senza curarsi se possono essere d’inciampo a qualcuno o davanti all’ingresso di una casa o di un negozio. Adesso, come se tutti questi problemi non bastassero, saltano fuori anche i monopattini “truccati” che vanno a cento all’ora. Come sempre accade, bisognerà che qualcuno ci lasci la pelle per arrivare ad una seria regolamentazione del fenomeno.

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