Varato il Piano regionale dei Trasporti: 20 miliardi di investimenti entro il 2030

E’ stato varato il nuovo Piano Regionale dei Trasporti 2020-2030 che prevede oltre 20 miliardi di euro di invesimenti, dei quali poco meno di 13 sono già disponibili. Il procedimento della sua stesura era iniziato il 6 luglio del 2018 con l’avvio delle attività preliminari di studio e ricerca, supportate da un board tecnico-scientifico di esperti guidati dal professore Ennio Cascetta, da portatori di competenze ed esperienze riferibili agli Atenei veneti, in particolare l’Università degli Studi di Padova, l’IUAV e Ca’Foscari di Venezia e l’Università degli Studi di Verona. In questo lasso di tempo sono stati raccolti ben 110 contributi scritti, che sono stati analizzati e in gran parte recepiti nel Piano. Sono pervenute successive osservazioni da 41 soggetti pubblici e privati e i 3 pareri di enti competenti in materia ambientale, le relative controdeduzioni della struttura regionale e tutta la documentazione del Piano sono stati trasmessi alla Commissione VAS che l’11 dicembre 2019 ha espresso il proprio parere favorevole. Infine, il 17 dicembre scorso il provvedimento è stato trasmesso al Consiglio regionale. Degli investimenti il 62 per cento è dedicato alla mobilità e al trasporto su ferro e il 35 per cento all’adeguamento e manutenzione stradale.

Questi i punti centrali del nuovo piano :

  1. connettere il Veneto ai mercati nazionali e internazionali;
  2. potenziare la mobilità regionale superando i problemi di congestione e i limiti di coordinamento tra le diverse modalità di trasporto e riducendo le disparità territoriali;
  3. promuovere la mobilità in funzione dello sviluppo dell’offerta turistica e lo sviluppo aeroportuale;
  4. sviluppare un sistema di trasporti orientato alla tutela dell’ambiente, prevedendo di ridurre le emissioni nocive nell’aria con lo sviluppo dei carburanti green e dei veicoli ibridi ed elettrici;
  5. accrescere funzionalità e sicurezza delle infrastrutture e dei servizi di trasporto;
  6. promuovere il Veneto come laboratorio per nuove tecnologie e paradigmi di mobilità;
  7. completare ed efficientare la spesa pubblica per i trasporti e promuovere forme di finanziamento in grado di attrarre capitali privati;
  8. sviluppare una nuova governance integrata della mobilità regionale: rientra in tale contesto il sistema delle concessioni autostradali e della rete stradale ordinaria, la gestione della rete ferroviaria, il coordinamento del sistema degli interporti, il riordino nelle competenze del TPL.

Voto contrario dal PD, Stefano Fracasso ne spiega i perchè: «Mi riferisco al porto di Venezia, sebbene non dipenda solo dalla Regione, o alle autorità dei bacini per il Tpl perché l’eccessiva frammentazione, non permette di organizzare un servizio adeguato a partire dall’area metropolitana centrale, e ancora, lascia troppe strade aperte sui collegamenti a Nord: non sappiamo se raggiungeremo la Provincia autonoma di Trento con la Valdastico Nord, la Valsugana, o con il prolungamento dell’A27. Avremmo anche voluto un Piano più incisivo, nel recuperare il sottofinanziamento storico del trasporto pubblico locale».

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