Verona senza un reparto di Terapia Intensiva Neonatale. Bigon, riattivare il servizio a Borgo Trento e il Magalini di Villafranca

“Da mesi la provincia di Verona è priva di un reparto di Terapia Intensiva Neonatale, costringendo le future mamme a rivolgersi a strutture padovane, vicentine o mantovane, visto il lungo stop a Borgo Trento, dove il Punto Nascite ha riaperto ma solo per le gravidanze non a rischio. Non si tratta di un servizio di secondaria importanza, anzi, e la Regione ha il dovere di garantirlo; partorire in sicurezza è un diritto per tutte le donne del Veneto”.

Queste le parole della consigliera regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Sanità Anna Maria Bigon, la quale chiede “certezze sulle tempistiche per la riattivazione del servizio presso l’ospedale scaligero” e informa di aver presentato “un’interrogazione a risposta scritta per sapere quali interventi sono stati fatti e quali sono ancora necessari per garantire la riapertura della Terapia Intensiva Neonatale a Borgo Trento e quando è prevista. La sospensione delle attività risale allo scorso giugno, sette mesi sono troppi”. 

“Ad aggravare i problemi riguardanti la maternità si somma la nuova e prolungata chiusura del Punto Nascite del Magalini di Villafranca, da novembre interamente convertito per la seconda volta a Covid Hospital – aggiunge la consigliera Dem – Era stato inaugurato dopo una lunga attesa e nei pochi mesi in cui è rimasto in funzione avvenivano oltre 100 parti al mese. Una grossa fetta di territorio è rimasta così scoperta, andando invece ad aumentare la pressione sugli ospedali di San Bonifacio e Legnago, già in difficoltà a causa della pandemia“. “Il blocco di un servizio così importante non può continuare a tempo indeterminato, fin quando non ci saremo messi alle spalle il Covid-19 – ribadisce la vicepresidente della Quinta commissione consiliare – La Regione deve dare delle risposte: ha intenzione di riattivare a breve il Punto Nascite attrezzandolo anche per la Terapia Intensiva Neonatale, considerata la situazione di Borgo Trento, oppure le future partorienti, incluse quelle a rischio, dovranno ancora vagare per mezzo Veneto in cerca di un ospedale?”.

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