Zaia cannibale anche sul web: nessuno come lui ha monopolizzato post e tweet

La vittoria di Luca Zaia? Parte dal presidio dei social e del web. Lo confermano i dati di Social Meter, la divisione di big data di Maxfone, primo data provider indipendente europeo guidato dall’imprenditore veronese Paolo Errico, grazie alla rilevazione dei flussi di informazione sul web e su Twitter durante la recente campagna elettorale per le regionali. Sono stati prese in osservazione le parole-chiave “Elezioni Veneto” e “Veneto 2020” dal primo di settembre alla data delle elezioni, domenica 23. Dal web sono emersi 4.824 articoli provenienti da 941 fonti diverse (prime per contributi: il gazzettino.it, tgpadova.it e il corriere.it) mentre da Twitter sono arrivati 3.403 elementi  dei quali 2.232 retweet, con primi “contributori” @infoitinterno, @tgrveneto e @mattinodipadova.

Sia per il web sono Padova e Venezia – come confermano anche le fonti che compaiono nelle due classifiche suesposte – le due province dove si è “parlato” di più di queste elezioni: nel web si aggiunge Verona, mentre su Twitter, sorprendentemente, è Belluno ad affiancarsi alle due città dove maggiore è stata la concentrazione di notizie sulle elezioni.

Il risultato? Zaia, ed i suoi estimatori, sono stati capaci di monopolizzare web e twitter: così al 76,8% dei voti ha corrisposto il 58,4% delle presenze sul web e ben l’84,3% dei tweet in circolazione. Agli altri sono rimaste soltanto le briciole dei flussi comunicativi: Lorenzoni col 4,3% delle presenze web e il 10,2% di quelle su Twitter non è andato più in là del 15,7% dei voti assegnati. I Cinquestelle nel Veneto smentiscono la loro anima social: sul web rastrellano il 6,6% dei contenuti e su Twitter non arrivano nemmeno all’1%:  il 3,3% conseguito nelle urne sembra la salomonica media aritmetica dello sforzo profuso.

Certo, i numeri di web e social non sono quelli delle urne: la bruciante conferma è stata registrata, ad esempio, da Daniela Sbrollini (nella foto) che ha visto emergere dalle urne un prefisso telefonico nonostante il gran lavoro sul web (3,8% delle menzioni e l’1,5% dei tweet in circolazione). Zaia doppia Lorenzoni per articoli sul web 3608 contro 1519; tutti gli altri candidati assieme non arrivano a superare quest’ultimo. Il candidato 5stelle, Enrico Cappelletti, arriva a 414 titoli, Daniela Sbrollini a 237. Il resto è indietro, tanto indietro.

Sin qui i candidati presidenti ed il confronto col cannibale Zaia. A livello di partiti, la forbice è ben più stretta. Sul web, la Lista Zaia porta a casa il 9,5% delle menzioni; la Lega il 7.2; Fratelli d’Italia il 7.6 e Forza Italia, il 7.8%. Su Twitter la Lista Zaia non ha dedicato grandi risorse: il mezzo è stato scelto da Forza Italia e da Partito Democratico (qui addirittura il dato è del 26,3%) ed Europa Verde: un pubblico di “opinione” che poi nel segreto dell’urna ha lasciato spazio alla parte più sanguigna evidentemente. E anche qui si nasconde uno dei segreti di Zaia – sottolinea Social Meter -: aver posto prima la persona e poi il suo partito ed i partiti della coalizione.

Un modello replicabile? Un altro Zaia in giro – onestamente – non c’è, ma visti i numeri pubblicati da Social Meter qualche “social media strategist” delle recenti campagne elettorali dovrebbe cercarsi in fretta un altro lavoro…

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