Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, parlando alla commissione Affari sociali della Camera ha ridimensionato l’allarme che s’era diffuso nei giorni scorsi circa la mancanza dei farmaci. Sono “meno di 30” i medicinali senza reali alternative sul mercato, ha annunciato il ministro dopo le rilevazioni fatte dal ministero su tutto il territorio nazionale. Le reali alternative sono costituita dai farmaci equivalenti, chiamati anche impropriamente ‘generici’, quasi non fossero specifici per la cura per la quale sono prescritti. Quello che conta, è bene ricordarlo, il principio attivo di ciascuno. Poi il nome commerciale può cambiare.
La carenza è stata causata dalla concomitanza di più fattori, come gli aumenti dovuti alla guerra, l’aumentata richiesta di antinfiammatori e antibiotici a causa delle epidemie stagionali, le aumentate prescrizioni di certi principi attivi, gli strascichi della pandemia.
Secondo Schillaci “il limitato ricorso agli equivalenti fa sì che venga invece collegata alla vasta lista di farmaci carenti che Aifa pubblica da oltre 10 anni per supportare pazienti e operatori, che conta oltre 3.000 prodotti, quasi tutti con equivalenti sul mercato”.
“A causa di una non appropriata informazione o distorsione mediatica, passa questo tipo di messaggio ‘mancano oltre 3.000 farmaci: antinfluenzali, ma anche antitumorali’: mentre il quadro corretto, invece, potrebbe essere così rappresentato ‘risultano presenti nell’elenco dei medicinali carenti, oltre 3.000 farmaci (tra farmaci carenti ed in cessata commercializzazione), per i quali è quasi sempre possibile ricorrere a equivalenti, o (nei rari casi in cui questi manchino) all’importazione dall’estero, o alla preparazione galenica’. Invero, dei 3.000 farmaci nella lista dei carenti Aifa, circa 300 sono privi di equivalenti, e quindi inseriti nella lista dei prodotti importabili su richiesta delle strutture sanitarie, invece, non sostituiti da altri farmaci alternativi, sono di fatto meno di 30 referenze”.