La rivista americana Newsweek ha pubblicato come ogni anno la classifica degli ospedali migliori del mondo. Il migliore in assoluto è la Mayo Clinic di Rochester (Usa). E sono statunitensi anche gli altri tre in testa alla classifica: la Cleveland Clinic, il Massachusetts General Hospital di Boston e il Johns Hopkins Hospital di Baltimora.
Il primo ospedale europeo è al sento posto: il Karolinska Universitetssjukhuset di Sona, in Svezia, seguito al settimo posto dal Charité – Universitätsmedizin di Berlino e all’ottavo dal AP-HP – Hôpital Universitaire Pitié Salpêtrière di Parigi.
Per trovare un ospedale italiano bisogna scendere fino al 38° posto dove si piazza quello che è considerata la struttura sanitaria migliore del nostro paese: il Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma. Poi al 60° posto c’è il Niguarda e al 64° il San Raffaele di Milano. Al 65° il San’Orsola di Bologna.
Il primo ospedale veneto è quello di Padova, al 103° posto. L’ Ospedale di Borgo Trento di Verona è al 120° posto, ottavo fra tutti gli ospedali italiani. Tutte le altre strutture sanitarie nazionali stanno dietro. Considerato che la classifica è affidabile, al netto delle difficoltà della nostra sanità, possiamo dire che la posizione delle aziende ospedaliere universitarie integrate del Veneto è soddisfacente e che anche il fatto che Borgo Trento sia considerato a livello mondiale l’ottavo ospedale italiano è confortante.
Come sempre queste classifiche vanno lette con senso critico e conoscenza delle diverse situazioni nazionali. Che negli Stati Uniti la sanità tocchi il massimo dell’eccellenza è dovuto al fato che il sistema sanitario è basato sul privato, che investe sulla ricerca e che dispone di risorse enormemente superiori a quelle dei paesi, come l’Italia, dove la sanità è basata sul pubblico e sull’universalismo.
Ciò non toglie che anche nel nostro paese vada fatta una rapida riflessione sulla necessità di adeguare il sistema alle mutate necessità sia in tema di richiesta di salute che di risorse per offrire un servizio al passo coi tempi. Destinare solo il 6,1% del Pil alla sanità, la metà della media europea, è davvero poco. Soprattutto a questo si deve pensare quando lèggendo la classifica mondiale degli ospedali troviamo quelli italiani piuttosto indietro.