Il ministro per la Famiglia Eugenia Roccella, di concerto con il ministro della Salute Orazio Schillaci e della Giustizia Carlo Nordio, entro un mese presenterà il disegno di legge sull’adozione degli embrioni crioconservati in stato di abbandono. La legge darebbe un’opportunità a tante coppie che vorrebbero avere un figlio ma hanno dei problemi di sterilità. Ma l’obiettivo è soprattutto quello di evitare che tanti embrioni restino nei congelatori senza alcuna prospettiva. 

L’impostazione è quella di seguire la legge sulle adozioni assimiliando quella degli embrioni all’adozione dei bambini. Il ministro Roccella ha anche recepito la linea indicata dal Papa che, proprio poco prima di morire aveva detto di considerarli “vita” per cui abbandonarli “sarebbe omicidio”.

Imminente la legge per l’adozione degli embrioni congelati

Il ddl però sta già incontrando un serio ostacolo di carattere giuridico dato che per legge possono essere adottati solo i bambini in stato di abbandono e non delle cellule.
E’ la posizione dell’Associazione Luca Coscioni, d’impostazione laica, che sostiene che le cellule non possono avere personalità giuridica, requisito imprescindibile per rendere possibile l’adozione. 

Si calcola che in Italia ci siano, conservati nei vari centri medici di procreazione assistita, pubblici e privati, ben 3700 embrioni prodotti prima del 2004. Si tratta di gameti che sono stati fecondati in vitro da coppie che poi, per vari motivi, non hanno più inteso procedere all’impianto degli embrioni in utero, come avrebbero dovuto/voluto fare. Li hanno così abbandonati ed i responsabili di questi centri da anni sono costretti, per mancanza di una normativa che regoli come comportarsi in questi casi, a mantenerli in appositi contenitori bassissime temperature. 

Una legge attesa

«Era stato detto – ricorda la dott.ssa Gabriella Torregrossa, titolare del centro veronese di procreazione medicalmente assistita ‘Athena’ e con grande esperienza nel campo- quando nel 2004 venne fatta la legge sulla procreazione medicalmente assistita, che a Milano sarebbe stato costituito un centro nazionale per la conservazione degli embrioni. Ma poi non se n’è fatto più nulla. Così ci dobbiamo pensare noi medici, a nostre spese, a mantenere gli embrioni abbandonati nei congelatori ad azoto».

«L’adozione permetterebbe di risolvere un problema che altrimenti si trascinerebbe all’infinito. Io sono favorevole – continua la dottoressa- e per le difficoltà giuridiche basta copiare quello che fanno negli altri paesi, come ad esempio la Spagna, dove l’adozione degli embrioni è già consentita».
«Inoltre – spiega Torregrossa- non è detto che tutti gli embrioni crioconservati siano idonei per una gravidanza. Anche la stessa permanenza per anni a bassissime temperature potrebbe ‘indebolirli’.

In altri paesi gli embrioni abbandonati vengono utilizzati per la ricerca. 
Al momento non si sa con precisione quanti siano questi embrioni abbandonati. Il Ministro della Salute ritiene indispensabile raccogliere tutti i dati in un registro.

Che sia adozione o donazione l’orientamento è di fissare il limite di 46 anni della donna in cui avverrebbe l’impianto dell’embrione ai fini dell’adozione e l’obbligo di una serie di test per valutare la compatibilità genetica e un test per valutare lo stato dell’embrione congelato. Il limite d’età è lo stesso previsto dalla legge sulla procreazione medicalmente assistita. 

Il ministro della Salute Schillaci: “troveremo sicuramente una sintesi tra le varie posizioni, nell’interesse comune su un tema che stava a cuore anche a Papa Francesco”