(di Gianni Schicchi) Nessuno sapeva prima dell’esistenza di una Cappella strumentale di San Zeno, ma ora lo si è scoperto in occasione dell’evento di apertura dei festeggiamenti annuali in onore del Patrono. E questo per l’intervento propiziatorio della violinista Barbara Broz, che da qualche anno guida una sua scuola per giovanissimi strumentisti, l’Accademia Italiana del violino – Italian Violin Academy (si trova in via Marco Polo, 11), con cui ha intavolato un concerto a “sorpresa” in basilica.
L’evento brillantemente sostenuto dalla Cappella (forse l’appellativo è servito solo ed espressivamente per questo debutto), composta da giovanissimi aspiranti violinisti, tutti dagli 8 anni ai 17, ha finito per contagiar il numerosissimo pubblico accorso ad ascoltarla.
Il programma della serata non era dei più facili perché fra i musicisti chiamati in causa – pure se iniziava col semplice canone a tre voci dell’ultimo poeta cavalleresco tedesco, Oswald von Wolkenstein (1376 – 1445) – prevedeva poi alcuni impegnativi capolavori di Pierluigi da Palestrina e Antonio Vivaldi.
E proprio nel nome del prete rosso si sono egregiamente disimpegnati i due giovanissimi Pietro Rodà e Mattia Veronese Lucatti (13 e 12 anni) col Concerto per due violini in la minore op.3 n°8 RV 297. Un’esecuzione dove lo stile è stato forbito, elegante, in un eloquio ben strutturato, formalmente calato in ricalchi simmetrici, piacevolissimo all’ascolto senza sbalzi armonici eclatanti, anzi rassicurante, di una amabilità sorprendente per l’età verde dei due esecutori che hanno poi ricevuto meritatissime ovazioni dal pubblico.

Li aveva preceduti il Concerto grosso per due violini op. 3 n° 11 RV 565 ancora dall’Estro armonico, col suo difficile Andante centrale, costituito da una fuga, dove Barbara Broz ha appoggiato un suo allievo Andrés Vicentini (anni 17). Un giovane brillante, già molto maturo nell’offrire un approccio rigoroso dal punto di vista stilistico, sempre limpido nella timbrica, assai incisivo nella resa dei movimenti più veloci, che ha dato vita ad un ascolto coinvolgente e spesso sorprendente per la ricchezza e la sottigliezza delle soluzioni adottate.
L’esecuzione della Cappella strumentale San Zeno è risultata poi convincente, intensamente espressiva, ben amalgamata e persino agguerrita nell’impegno finale, coll’impegnativo Concerto grosso per quattro violini in minore op. 3 n° 10 RV 580 ancora di Vivaldi. In esso si sono efficacemente cimentati altri violinisti solisti della compagine: Emma Sosson, Maria Ferrari, Caterina Zoico, tutte di 14 anni ed Elisa Girola di soli 11.
Meritano quindi un encomio specialissimo, davvero particolare, le esecuzioni di Emilie Marchi (11 anni) con l’Adagio dell’Inverno dalle Quattro stagioni vivaldiane e di Isabel Chiozzi (8 anni) nell’Ave Maria di Gounod/Bach. Da ultimo poi un bis dell’intera Cappella alle prese col celebre Canone di Pachebel. Il concerto è stato dedicato alla memoria di Papa Francesco, di cui sono stati proiettati alcuni momenti del suo incontro con i giovani, nello scorso anno sul sagrato di San Zeno.