Sono 260 milioni le persone al mondo affette da asma bronchiale di cui 30 milioni in Europa. Ogni anno muoiono di asma 450 mila persone. La maggior parte prevenibile. Il 96% dei decessi si verifica nei Paesi a basso e medio reddito, nei quali si registra una scarsa disponibilità e un costo elevato dei farmaci inalatori, in particolare degli inalatori contenenti corticosteroidi. 

E’ quindi necessario garantire l’accessibilità ai trattamenti inalatori. L’accesso alle cure rappresenta un diritto e un passo fondamentale per migliorare la qualità della vita di chi convive con l’asma, permettendogli di condurre un’esistenza attiva e senza limitazioni. 

«L’attenzione all’educazione sanitaria è da sempre parte integrante dell’attività svolta dagli operatori sanitari della Pneumologia degli Ospedali dell’Azienda ULSS 9», spiega Silvia Tognella, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pneumologia dell’Ospedale di Legnago. «Particolare attenzione viene posta all’insegnamento della corretta tecnica di inalazione dei differenti farmaci respiratori ed alla educazione alla aderenza allo schema terapeutico, entrambi elementi fondamentali per garantire l’efficacia della terapia dell’asma».

Nel 2023/2024 le Unità Operative di Pneumologia degli Ospedali ULSS 9 hanno erogato circa 6400 visite specialistiche all’anno e più di 5600 test respiratori necessari per la diagnosi e la gestione delle patologie respiratorie croniche (spirometria semplice o globale, test metacolina, test di broncodilatazione), in ulteriore aumento nel 2024 rispetto al 2023 (+ 5.5%).

Indispensabili gli inalatori nella cura dell’asma

«L’attività pneumologica rivolta ai pazienti con asma – prosegue la Dott.ssa Tognella – si svolge principalmente nell’ambito di team medico-infermieristici in cui, accanto all’attività specialistica medica, il personale infermieristico specializzato svolge un ruolo fondamentale nel supporto alla corretta esecuzione della terapia inalatoria, al miglioramento della aderenza allo schema terapeutico proposto e nel sollecitare i pazienti a migliorare lo stile di vita, con particolare attenzione all’abolizione del fumo di tabacco. Nell’ambito delle attività della Pneumologia è inoltre attivo dal 2018 un ambulatorio per la gestione delle forme più gravi di asma bronchiale, autorizzato dalla Regione Veneto alla prescrizione e somministrazione delle terapie biologiche specifiche oggi disponibili. L’ambulatorio integrato medico-infermieristico per l’asma grave segue attualmente circa 100 pazienti in terapia biologica e le oltre 800 somministrazioni di farmaco biologico sono aumentate nel 2024 del 5.6%: la presa in carico, l’educazione sanitaria e la gestione integrata – conclude la dottoressa Tognella – risultano di fondamentale importanza per supportare il paziente durante tutto il suo percorso terapeutico».