L’Uil prende posizione sullo status dei medici di medicina generale, i medici di famiglia per intenderci. Rita Longobardi, segretaria generale della Uil Fpl, la Federazione che si occupa dei lavoratori del comparto sanitario, ha dichiarato che l’attuale modello, che li vede come liberi professionisti convenzionati con il Ssn, non funziona più. Devono passare ad un rapporto di dipendenza dal Ssn ed essere inquadrati con un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Questo, secondo la sindacalista, renderebbe la professione di medico di base più appetibile per i giovani medici e più integrata nel sistema.
Anche la Uil favorevole al rapporto di dipendenza per i medici di famiglia
La conclusione cui è arrivata non è una novità. Sono diversi i sindacati che lo propongono. Già mancano molti medici, in ospedale e sul territorio. Ma fra qualche anno a causa del pensionamento dei medici “boomers” mancheranno più di 15 mila medici di famiglia. Una vera emergenza sociale che non dipende ovviamente solo dal fattore demografico ma anche da gravi errori di programmazione che pesano sui governi e le classi dirigenti politiche e professionali degli ultimi 25 anni.
Le soluzioni tampone, come quella presa dal governo Meloni, di ritardare volontariamente il pensionamento dei medici fino a 73 anni, sono sono in grado di risolvere un problema molto più grande.
Peccato che gli interessati non ne vogliano sapere e la Fimmg, il loro sindacato più rappresentativo, si oppone drasticamente.
Nel frattempo la riforma basata sulle “Case di Comunità”, cioè su delle strutture pubbliche di aggregazione di medici e infermieri per garantire l’assistenza territoriale h24 procede. Con i fondi del Pnrr ne vengono costruite in tutt’Italia. Ma con la mancanza di personale sanitario che c’è sono destinate a rimanere dei gusci vuoti.