(di Federico Dal Cortivo) Nella notte fra mercoledì e giovedì i Carabinieri di Verona hanno arrestato un marocchino, noto alle forze dell’ordine e irregolare sul territorio nazionale, che aveva accoltellato il dipendente di un locale, per vari reati che vanno dalla violenza e resistenza a pubblico ufficiale alla minaccia e lesioni personali aggravate nella centrale Piazza Pradaval, zona rossa.
Altri invece, martedì, hanno tentato di entrare in Questura e aggredito dei poliziotti. Arrestati due giovani anche in questo caso per resistenza a Pubblico Ufficiale, violenza, minacce e interruzione di pubblico servizio. Per questo finiscono in manette altri due cittadini marocchini di 18 e 23 anni, entrambi irregolari in Italia

Questi episodi rappresentano quasi la quotidianità a Verona, dove stranieri in prevalenza di etnia magrebina, compiono crimini di vario genere, restando poi quasi sempre a piede libero.

Se sono arrivati ad assalire la polizia in Questura, figurarsi nel prossimo futuro. Francia e Gran Bretagna non hanno insegnato proprio nulla con i quartieri dominati da bande straniere dove nemmeno la Polizia entra.

I dati del Ministero degli Interni

Stando ai dati del Ministero degli Interni, su un totale di 822.801 persone arrestate o denunciate nel 2024, il 34,72% sono stranieri. In particolare, tra le persone arrestate o denunciate gli stranieri rappresentano: il 23,80% per omicidio volontario; il 35,73% per tentato omicidio; il 43,99% per violenza sessuale; il 47,84% per furto; il 52,47% per rapina; il 39,52% per reati in materia di stupefacenti; il 43,25% per sfruttamento della prostituzione. 

Le zone rosse servono a poco

Le cosiddette zone rosse sono prorogate a tempo determinato dal prefetto di Verona fino al 31 agosto, e poi? Fino ad oggi sono servite unicamente a spargere fumo per coprire il problema principale, ovvero  la mancanza di volontà politica. Lo abbiamo già scritto su queste pagine ma vogliamo ritornarci altrimenti si rischia, guardando il dito e non la luna, di credere che lo Stato sia realmente impegnato per garantire la sicurezza di noi italiani.

A Verona la zona rossa ha fatto flop

Dai vari politicanti veronesi in servizio permanente effettivo, o non sentiamo nulla, il silenzio fa rima con poltrona assicurata, oppure qualcuno scopre flebilmente che forse c’è un problema di sicurezza in questa città. Peccato che poi questo qualcuno faccia parte di una compagine di governo e quindi dovrebbe avere in mano tutti gli strumenti per richiedere interventi radicali sul territorio. Il Sindaco, non pervenuto da sempre su questo problema e il suo assessore alla sicurezza, tra una sparata e l’altra sulla lotta alla ‘ndrangheta, ci dilettano con la solita ricetta buona per ogni stagione, fatta di telecamere, punti luce e controllo del vicinato, tutte soluzioni che fino ad oggi non sono valse minimamente a scoraggiare la microcriminalità, ma hanno solo pesato sulle tasche dei cittadini.

Che fine hanno fatto i 130 agenti promessi a Verona?

Partiamo dalle forze di Polizia. Si dirà che fanno quello che possono, che gli organici sono scarsi, che non sono tutelati ecc. Le tutele ora sono maggiori con il nuovo pacchetto sicurezza, meglio del nulla precedente. Gli organici sono superiori a quelli di Nazioni come la Germania e la Francia per frazione di 100 mila abitanti,(i 130 agenti promessi per Verona che fine hanno fatto?) ma se arrivano in strada disarmati psicologicamente, con la paura di usare uno sfollagente o peggio la pistola d’ordinanza per il timore di finire davanti a un giudice ,o peggio ancora senza una vera motivazione di fondo, che fa spesso la differenza, tra un impiegato dello Stato e chi porta una divisa, a che servono? Ad arrestare noi italiani incensurati? Beh il problema è serio e andrebbe affrontato, volendolo, già nelle varie scuole d’addestramento, dove si forma il personale che poi dovrà stare in strada e non in convento.

A Verona la zona rossa ha fatto flop

Passando poi alle condanne, se quasi nessuno finisce dietro le sbarre, evidentemente le leggi vanno cambiate. A dirlo è il Procuratore Capo di Napoli Nicola Gratteri, che invita ad alzare i minimi delle pene per dare certezza all‘azione giudiziaria, tutela alle vittime e aggiungiamo noi, per tagliare l’erba sotto i piedi anche a certi magistrati ipergarantisti soprattutto se il criminale è straniero. Se le carceri sono piene si proceda con il costruirne di nuove, ma si costringano poi i detenuti anche a lavorare per non pesare sulla collettività, infine si passi all’espulsione, abbiamo già la nostra di criminalità organizzata senza bisogno d’ importarne di altra.

A monte però vanno bloccati gli ingressi sul suolo nazionale, altrimenti il resto non serve a nulla. Abbiamo una Marina Militare, ci viene detto, ai primi posti in ambito Nato, che gira per mezzo mondo. Impieghiamola  per difendere i nostri confini, cosa che dovrebbe essere il suo principale compito.