(di Claudio Beccalossi) Una rinfrescata di memoria, un doveroso tributo ad un rilevante cartellonista pubblicitario ed illustratore della prima metà del Novecento. È stato questo il senso dell’intitolazione dei giardini nei pressi della chiesa di San Giorgio in Braida, il 18 giugno 2011, ad un artista del settore come Plinio Codognato (Verona, 13 aprile 1878 – Milano, 28 settembre 1940), con lo scoprimento d’una targa marmorea su un supporto metallico a lui dedicata.

Plinio Codognato. Grande cartellonista e illustratore veronese

   Lapide poi distrutta da ignoti vandali, con frammenti dispersi e rimasti tra erba e terra fino a quando non è stata collocata una nuova lastra che pare resistere bene al teppismo dilagante.   

   All’inaugurazione in lungadige San Giorgio parteciparono vari esponenti dell’amministrazione comunale d’allora e il nipote e la pronipote di Codognato, Aldo e Margherita. Nell’occasione furono esposte alcune opere d’“arte pubblicitaria” dell’illustre veronese e stampate due speciali cartoline riproducenti due manifesti capolavoro (la “Grande Fiera Cavalli” del 1904, usato per la promozione della stessa Fiera fino al 1929 e la prima rappresentazione d’“Aida” di Giuseppe Verdi per l’Arena di Verona del 1913), con relativa attivazione d’un servizio d’annullo postale speciale con timbro.

Plinio Codognato. Grande cartellonista e illustratore veronese

Codognato. Un illustre concittadino dimenticato

   Plinio Codognato, dunque. Nacque da Pietro Andrea e Teresa Luigia Sega e frequentò l’Accademia di belle arti “Giambettino Cignaroli” dove ebbe modo di conoscere il pittore Mosè Bianchi (Monza, 13 ottobre 1840 – Monza, 15 marzo 1904), tra il 1898 ed il 1899 insegnante e direttore. Scostandosi dalla pittura (che comunque praticò di tanto in tanto), Plinio preferì indirizzarsi all’ambito della grafica pubblicitaria e dell’illustrazione, attività portate avanti acquisendo prestigio e fama.

Plinio Codognato. Grande cartellonista e illustratore veronese

   Alcuni tra i primi manifesti pubblicitari realizzati all’inizio del XX secolo (attorno al 1904) ebbero committenti scaligeri: Municipio di Verona, Grande Fiera Cavalli, L’Itala, Officina Gregorelli. Fece l’entrata nel giro milanese partecipando alla 1ª Esposizione d’arte nella pubblicità, svoltasi durante l’Esposizione internazionale del Sempione nel 1906. In quell’occasione vinse una medaglia d’oro nel concorso libero ed un premio nella prova “Ricordi” per “una testa da riprodursi come almanacco per la ditta Mele”. 

Plinio Codognato. Grande cartellonista e illustratore veronese

   Le sue tematiche preferite, connesse al progresso meccanico, alle gare motoristiche, alla velocità ed ai nuovi mezzi di comunicazione, andarono a braccetto con l’avanguardia futurista.

   Nel 1907 disegnò 29 tavole del romanzo fantastico “L’aquila dell’Indostan” d’un altro insigne veronese, Luigi Motta (Bussolengo, 11 luglio 1881 – Milano, 18 dicembre 1955, scrittore, giornalista e commediografo). 

Plinio Codognato. Grande cartellonista e illustratore veronese

   Trasferitosi a Milano nel 1918, Codognato divenne, dal 1923 in poi, il disegnatore pubblicitario della FIAT, pur prestandosi a campagne di promozione per altre ditte dell’industria meccanica, con tabelloni per Bianchi-Pirelli, Pneus-Pirelli, Frera, Pneus Dunlop, Industria Gomma Goodrich,  OM (Officine Meccaniche). E, poi, anche per Atala, Circuito di Cremona, Cinzano, Campari, Marsala Florio, Liebig, Grafofoni Columbia, Acqua minerale Corticella. Disegnò per “Lettura”, “L’Illustrazione Italiana”, “La Tradotta” e fu autore di poche locandine teatrali.

Plinio Codognato. Grande cartellonista e illustratore veronese

   Produsse ancora lavori interessanti negli Anni Trenta del secolo scorso, nonostante l’evidente anacronismo dei suoi tratti di fronte alle tendenze innovatrici della grafica ed alle nuove necessità della cartellonistica pubblicitaria.

   Suoi manifesti (del migliaio realizzati) sono conservati, in maggioranza, nelle due sedi del Museo nazionale  “Collezione Salce” a Treviso (nel complesso di San Gaetano e nell’ex chiesa di Santa Margherita) e nella Civica raccolta delle stampe “Achille Bertarelli”, nel Castello Sforzesco di Milano, mentre altri arricchiscono collezioni private.