In occasione della Giornata mondiale della donazione del latte umano, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona ha acceso i riflettori sull’attività della propria Banca del Latte Umano Donato (Blud), con un punto informativo dedicato alla sensibilizzazione delle mamme alla donazione di latte materno. Un gesto silenzioso, ma di profonda solidarietà, capace di fare la differenza nella vita di tanti neonati fragili.
La Blud è attiva dal 2002, nata su iniziativa della dottoressa Carmen Richelli, con l’obiettivo di promuovere la cultura della donazione e sostenere la salute neonatale. Da allora ha raccolto e distribuito migliaia di litri di latte materno, offrendo una concreta possibilità di sopravvivenza a neonati prematuri o affetti da gravi patologie.
Una rete di cura e solidarietà
Il latte materno rappresenta un alleato fondamentale per i neonati, specialmente se ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale. È qui che il latte donato assume un valore insostituibile: abbassa il rischio di complicanze intestinali, migliora le funzioni respiratorie e sostiene lo sviluppo neurologico. «È un prodotto biologico senza eguali – ha sottolineato il dottor Enzo Beghini, direttore della TIN – e per i nostri piccoli pazienti è spesso un salvavita».
Il processo di donazione è accuratamente strutturato: le mamme donatrici, in buona salute e con produzione di latte superiore al fabbisogno del proprio neonato, vengono selezionate attraverso uno screening sanitario. Il latte viene raccolto a domicilio da personale specializzato, sottoposto a pastorizzazione e rigorosi controlli microbiologici, e quindi distribuito ai reparti ospedalieri del territorio. Il centro operativo è situato nel Lactarium del Padiglione 30dell’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento.

Le storie delle mamme donatrici
Nel corso della mattinata sono state condivise anche le testimonianze di alcune mamme protagoniste della rete di solidarietà. C’è chi ha donato latte in eccesso e chi lo ha ricevuto per il proprio bambino in difficoltà. Come Enrica, il cui figlio è nato con soli 800 grammi, scesi poi a 600: oggi, grazie anche al latte ricevuto dalla Blud, è un bimbo di otto mesi che pesa otto chili.
Le donatrici – quasi tutte alla seconda maternità – hanno raccontato la loro esperienza come un impegno semplice ma gratificante. «È una questione di dieci minuti al giorno, tanto avremmo usato comunque il tiralatte», hanno spiegato Alessia, Ginevra e Claudia. Per Susan, mamma al terzo figlio, donare è diventato un gesto naturale: «Continuo ad avere molto latte, sarebbe un peccato buttarlo. È un modo per aiutare altri bambini e sostenere altre mamme. La solidarietà parte anche da qui».
Alla conferenza stampa hanno partecipato figure chiave del sistema sanitario veronese, tra cui la dottoressa Giovanna Ghirlanda, direttore della Direzione medica ospedaliera, e il professor Massimo Piergiuseppe Franchi, direttore del Dipartimento Materno-Infantile, che ha sottolineato il ruolo strategico della collaborazione tra ginecologi e neonatologi: «Siamo noi i primi a incontrare le future mamme, e veicolare il messaggio della donazione è parte della nostra responsabilità».
Un riconoscimento particolare è stato rivolto alla dottoressa Silvana Lauriola, referente della Blud, che ha ringraziato tutte le mamme donatrici e illustrato il percorso, dall’identificazione fino alla distribuzione del latte. «Ogni sacca è trattata con la stessa professionalità con cui si gestisce una donazione di sangue. Il latte materno è un bene prezioso e delicato, da preservare con cura».
La Banca del Latte Umano Donato dell’AOUI rappresenta un punto di riferimento riconosciuto anche a livello nazionale, con una media annua di circa 30 donatrici. L’attività si svolge seguendo le linee guida dell’Associazione Italiana delle Banche del Latte Umano Donato (AIBLUD) e promuove l’utilizzo del latte umano come miglior alternativa al latte della madre nei casi in cui quest’ultima non possa allattare.
A sostegno di questa missione si sono unite anche le associazioni di volontariato, gli operatori sanitari, le dietiste e il personale infermieristico, a dimostrazione di quanto la rete di cura sia ampia e condivisa.
Donare latte materno è un gesto che non richiede molto tempo, ma che può cambiare il destino di chi nasce troppo presto o con fragilità. In un mondo che corre veloce, l’atto semplice di tirare e donare latte diventa un atto rivoluzionario di umanità e attenzione verso il prossimo.