(g.d) Molti residenti del quartiere di Porto San Pancrazio lamentano l’invio di richieste di pagamento da parte del Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta. Contributi che, a detta degli stessi cittadini, risultano non solo sproporzionati, ma anche ingiustificati, in quanto riferiti ad aree totalmente urbanizzate, collegate alla rete fognaria e prive di qualsiasi beneficio diretto derivante dall’attività del Consorzio.

Marco Padovani, deputato veronese di Fratelli d’Italia, che nei mesi scorsi aveva già seguito da vicino il caso, attivato dalle richieste d’intervento dei residenti di Porto S.Pancrazio sostiene che “ è compito dell’Amministrazione comunale fare da ponte tra cittadini e Regione per trovare una soluzione equa al problema bollette. E invece, anche in questo caso, il Comune ha scelto il silenzio”.

A Porto S.Pancrazio si pagano le bollette 2 volte
Marco Padovani

“Le richieste di pagamento – nota il parlamentare –  coinvolgono abitazioni urbane, garage e appartamenti non collocati in zone agricole, ma in un quartiere cittadino servito da infrastrutture moderne e da una fognatura pubblica gestita da Acque Veronesi. Così i cittadini si trovano a pagare le bollette due volte: una prima volta con la bolletta, per i servizi reali e continuativi, e una seconda per un contributo che fa riferimento ad attività generiche o non quantificabili”.

Il Consorzio, nella sua risposta ufficiale, giustifica la richiesta citando la presenza della Fossa Morandina, un canale consortile che attraversa l’area. Tuttavia, precisa Padovani, “la Fossa Morandina non fornisce alcun beneficio diretto alle singole abitazioni interessate dalla tassa. È un canale che non serve gli immobili collegati alla rete fognaria cittadina e che non garantisce né sicurezza idraulica né drenaggio agli edifici urbani coinvolti. La legge nazionale e regionale parla chiaro: il contributo di bonifica è dovuto solo in presenza di un vantaggio diretto e dimostrabile. Qui siamo ben lontani da questo presupposto”.

I cittadini pagano le bollette 2 volte e il Comune tace

A tutto questo si aggiunge un ulteriore elemento: in vie adiacenti a quelle colpite dalle richieste, la tassa non risulta essere stata applicata. “Ciò fa pensare a un errore nella perimetrazione, oppure a un’applicazione a macchia di leopardo, priva di trasparenza e uniformità. Questo alimenta giustamente il senso di frustrazione tra i cittadini”.

Padovani non punta il dito contro la Regione Veneto, che ha disciplinato l’ambito, ma invita l’Amministrazione Comunale ad assumersi le proprie responsabilità.

Padovani conclude: “Questa vicenda coinvolge decine di famiglie, spesso ignare delle ragioni per cui si vedono recapitare queste richieste”.