(Orazio Albanese) Il referendum dell’8 giugno è messo a rischio dall’affluenza degli elettori alle urne. Alle elezioni politiche del 2022 è stata del 63,9%. Quella alle regionali del 2023 del 41%. L’ultimo dato significativo sulla partecipazione al voto è quello delle europee del 2024 è del 49%.
Al referendum sulla giustizia del 2022 ha partecipato il 20% degli aventi diritto e il quorum non è stato raggiunto. Nel 2016 ce n’era stato un altro sull’estrazione del petrolio e del metano in mare: affluenza 31%, non valido.
L’ultimo referendum valido è stato nel 2011
L’ultimo referendum che ha raggiunto il quorum è stato quello del 2011 su acqua e nucleare che ha avuto una partecipazione del 54%.
Quello del 2009 in materia elettorale e del 2005 sulla procreazione mediamente assistita, del 2003 sui licenziamenti, del 2000 su materia elettorale, giudiziaria ed altro, del 1999 sul sistema proporzionale e del 1997 su caccia, obiezione di coscienza ed altro non hanno ottenuto il quorum.
Per trovare un referendum valido bisogna risalire a quello del 1995 su vari quesiti. Ottennero il quorum anche quelli del 1993 e del 1991. Saltò nel 1990 quello sulla caccia e passarono tutti gli altri del 1987, ’85, ’81 e ’78.
Il primo referendum in assoluto della Repubblica fu quello sul divorzio del 1974.

Questa elencazione per capire come lo strumento referendario si sia rivelato spesso inutile perché bocciato dal disinteresse degli elettori. Per trovare un referendum valido bisogna risalire al 2011. Ma allora c’era in ballo un quesito molto impattante, il nucleare. Gli altri 6 referendum sono andati tutti a vuoto. L’ultimo valido è di ben 30 anni fa. Che in politica sono un’era geologica.
Se a questa statistica s’aggiunge la tendenza in continuo aumento all’astensione dalle urne, si può ben capire come l’iniziativa referendaria di quest’anno della sinistra sia temeraria e votata con ogni probabilità al fallimento.
A ben vedere, la consultazione era stata pensata per presentare agli elettori un quesito che poi è saltato a causa della decisione della Corte Costituzionale che lo aveva dichiarato illegittimo. Era quello contro l’Autonomia differenziata. Caduto questo, sono rimasti gli altri che gli facevano da contorno per raggiungere il quorum, ma che non hanno lo stesso impatto sull’opinione pubblica del quesito caduto.
Alla scarsa affezione dimostrata dagli italiani all’istituto referendario negli ultimi decenni s’aggiunge anche la scelta tattica dei partiti del centrodestra che si sono schierati per l’astensione. Si può ragionevolmente prevedere che il referendum dell’8 giugno non solo sarà un flop, ma anche una spesa inutile.