È ancora sbarrata la porta del centro di comunità di via Velino, nel quartiere Golosine, che per anni ha rappresentato un punto di riferimento per circa 270 anziani della zona. La convenzione tra il Comune di Verona e il Circolo Acli, che ne curava la gestione, è scaduta il 14 marzo scorso e da allora la struttura è rimasta inutilizzata, lasciando un vuoto significativo nella vita sociale di molti cittadini.

Nonostante le rassicurazioni ricevute in aula dall’assessore al Sociale, lo scorso 13 marzo, in occasione di una domanda di attualità sollevata dal consigliere Paolo Rossi, capogruppo della lista civica Verona Domani, ad oggi non si è concretizzata alcuna riapertura. L’amministrazione aveva dichiarato di essere in trattativa con una realtà del terzo settore per garantire la continuità del servizio, ma a distanza di oltre due mesi nulla è cambiato.

«L’inattività dell’amministrazione dimostra una preoccupante difficoltà nel dialogo con il territorio e nel trovare soggetti disponibili a garantire la gestione del centro», commenta Rossi. «L’interlocutore individuato non ha ancora dato riscontro, e nel frattempo tanti anziani di Verona Sud restano privi di uno spazio che per loro significava socialità, benessere e inclusione».

Il consigliere chiede un intervento deciso e tempestivo da parte del Comune: «Invito l’amministrazione, e in particolare l’assessore competente, a uno sforzo concreto per rimediare a questo vuoto gestionale senza precedenti. È ora di passare dai proclami ai fatti, restituendo al quartiere un presidio sociale essenziale».

La chiusura del centro di via Velino non è solo un tema tecnico o amministrativo: è una questione che tocca la qualità della vita di decine di persone anziane, molte delle quali trovavano in quella struttura una preziosa occasione di relazione e partecipazione. I cittadini, conclude Rossi, «chiedono risposte chiare e immediate».