11 associazioni e 10 contributi. Le realtà del territorio hanno voluto riunirsi oggi, sabato 31 maggio a Quinzano in sala Garonzi, per portare le loro istanze e idee di Pat – Piano di Assetto del Territorio – a disposizione della cittadinanza e dell’amministrazione Tommasi. Per la prima volta 11 associazioni di diverso orientamento e approccio culturale si sono trovate tutte insieme per ascoltare gli uni le proposte degli altri. 

Hanno partecipato: Associazione Giuseppe Barbieri; Associazione Piccoli Proprietari Case; Corporazione Esercenti Centro Storico Verona; Comitato di Verona Sud; Legambiente Verona; Locatur; Simtur; Verona Città Bosco; Verona Polis; WWF Veronese odv; Ingg. Segala, Ferrari, Spellini

Alcune delle associazioni sopracitate nei mesi scorsi sono state ascoltate dall’Amministrazione,  altre non sono mai state chiamate e quindi hanno presentato il loro progetto per la prima volta in occasione di questo incontro. Con differenti prospettive, il motivo dell’incontro di questa mattina è stato sottolineare le differenti sensibilità delle associazioni. 

Queste le proposte delle associazioni

L’Associazione Barbieri propone infrastrutture interconnesse: un polo scolastico superiore e dei servizi amministrativi nell’attuale scalo merci con un’armatura stradale per sgravare i quartieri dal traffico di attraversamento. Decentrando gli istituti di istruzione superiore e gli uffici pubblici il centro storico si sgraverà dal traffico da essi generato. 

La realizzazione in bioedilizia e l’integrazione nel Central Park daranno una dimensione ecologica al ‘baricentro’. Viene anche proposta un’integrazione della rete stradale per portare il traffico fuori dai quartieri. Diagonale. Prosecuzione della Transpolesana come Circonvallazione di Palazzina quindi Mediana con tracciato alle spalle di Porto S. Pancrazio.

Tracciato “Viale Urbano Intervallivo”/galleria delle Torricelle prolungato attraverso il Chievo fino a via Seminario e allo svincolo di S. Massimo sulla Bretella di VR- Nord.

L’Associazione Piccoli Proprietari Case, ha espresso «forte preoccupazione per la proposta di modificare la destinazione d’uso degli immobili da negozio ad abitazione nel centro storico. Se non regolamentata, rischia di compromettere l’equilibrio urbano, favorendo l’espansione delle locazioni turistiche brevi a scapito del commercio di vicinato e della residenzialità stabile. Gli effetti sarebbero: desertificazione commerciale, sovraccarico delle infrastrutture cittadine e concorrenza sleale verso le strutture ricettive regolari. L’Associazione propone che ogni cambio di destinazione sia subordinato all’obbligo di stipulare contratti di locazione abitativa a canone concordato einvita l’Amministrazione Comunale a sospendere le autorizzazioni non vincolate, tutelare il commercio locale e istituire un tavolo di confronto stabile sul tema degli affitti brevi. Verona merita uno sviluppo equilibrato, non una turistificazione senza regole».

La Corporazione Esercenti Centro Storico ritiene sbagliatala chiusura h24 della Ztl senza delle infrastrutture a supporto. Il Centro Storico può essere valorizzato dal progetto di pedonalizzazione solo se la quotidianità di chi ci vive e lavora può continuare a fluire senza che attività banali e quotidiane diventino difficili da gestire. Il trasporto pubblico va potenziato e ne va incentivato l’utilizzo. ⁠⁠Se ben integrato tra zone urbane ed extraurbane, può influire in maniera positiva anche sulla gestione dei flussi turistici, favorendo lo sviluppo del turismo dell’entroterra. 

Il Comitato di Verona Sud denuncia la carenza di verde nei quartieri a Sud e chiede di azzerare nuovi progetti di cementificazione e di nuove strade, di vincolare il verde per specifiche aree, di progettare le piste ciclo-pedonali e aumentare il verde.  Rivendica, infine, il progetto di destinare tutto a verde  l’ex scalo merci della Stazione di Porta Nuova. 

Legambiente Verona ricorda che da oltre 10 anni Verona è ferma dal punto di vista delle politiche ambientali e della pianificazione, non in linea con le vicine città di media dimensione che hanno migliorato sensibilmente le loro performance ambientali. Verona sconta anni di pianificazione che non si è avverata o che è stata distorta. 

Fondamentale è fermare il consumo di suolo azzerandolo entro il 2030 superando le deroghe legislative e ridurre traffico e inquinamento attraverso lo sviluppo del Trasporto Pubblico Locale. Per l’esame del traffico i dati sono vecchi di 20 anni. Andrebbero fatte nuove analisi sui flussi di traffico, prendendo in esame anche gli spostamenti della Provincia. 

Locatur sostiene che bloccare l’accesso ZTL ai clienti delle LT è irragionevole. L’associazione è stata subito collaborativa per ottenere ingresso e uscita per carico/scarico valigie (con divieto di parcheggio). Favorevoli a un blocco delle nuove aperture che danneggerebbe la categoria. Va incentivato il micro-trasporto pubblico urbano, un trasporto all’altezza delle aspettative del turista, senza troppi limiti (orario e/o festività). Locatur è ⁠favorevoli ad una riapertura delle licenze alberghiere, ma con limiti, al fine di migliorare la qualità dell’offerta. Interessante la conversione dei locali commerciali in abitativi, a residenza normale, universitaria e/o turistica.

Simtur propone di creare le condizione per un nuovo patto tra commercio, abitare e territorio nel centro storico di Verona attraverso un masterplan multilivello per la specificità del centro storico di Verona, che possa mettere in condivisione commercio, cultura, strumenti per guidare la partecipazione.

Verona Città Bosco considera il P.A.T. un’opportunità per guidare uno sviluppo verde e sostenibile di Verona. Tra le priorità un Piano del Verde che si integri con il PAT, riconoscendo il verde come infrastruttura urbana vitale e investimento, non costo, specie considerando che Verona è prima per PM10. La priorità è per il Parco dell’Adige, proteggendolo da infrastrutture come il prolungamento SS 434 o la mediana. Urgente creare un grande polmone verde all’ex Scalo Merci, un bosco urbano all’Arsenale Asburgico e lo sviluppo di un Sistema del Verde connesso.

Verona Polis propone il blocco del consumo del suolo; il censimento e il riutilizzo di tutti gli immobili inutilizzati; la cancellazione dal PAT di tutte le aree PAQE che non hanno alcuna correlazione; togliere dalla Marangona gli insediamenti senza innovazione; riportare, mediante incentivi, i cittadini nel centro storico; norme più severe per l’apertura di B&B e Hotel; il sistema del Verde venga considerato asse portante della pianificazione; dare avvio al Piano del Verde e della Cintura verde lungo la linea dei Forti e delle cave; il sistema della mobilità privilegi il trasporto pubblico e la mobilità dolce; realizzazione di parcheggi scambiatori automobile – mezzo pubblico; riduzione dei poli logistici a VR Sud; realizzazione di un percorso – sistema dei musei; venga superato il concetto di sviluppo inteso come consumo di altro territorio. Nella stesura del PAT venga attuata la vera pianificazione partecipata. 

La sezione veronese del WWF propone di realizzare: il Parco delle Mura integrando le aree dei forti e connettendo all’Adige le aree a sud; una Green way che connetta alla fascia delle risorgive parco a Cadidavid attraverso il corso del canale Giuliari-Milani quindi parco delle Risorgive di interesse provinciale; l’istituzione di parchi ad Ovest, e ad Est con connessione anche gestionale con il Parco Naturale Regionale della Lessinia; 

Parco Risorgive Montorio e connettere al corso del Fibbio concordando con San Martino B.A. Marangona;  garantire corridoio verde di collegamento fra Forte Gisella e Forte Azzano. Salvare quanto resta della Spianà.

Il gruppo di ingegneri Segala, Ferrari e Spellini ha evidenziato le disuguaglianze nella distribuzione del verde pubblico, con alcune aree, in particolare a sud, che soffrono una forte carenza. A questo si aggiunge il problema delle isole di calore, che colpiscono maggiormente le stesse zone. Si suggerisce quindi l’introduzione di un “credito verde”, un meccanismo premiale per incentivare la creazione di spazi verdi dove sono più necessari, anche attraverso accordi pubblico-privati.
Tra le misure proposte vi è anche, la riduzione delle superfici cementificate (depaving) e il recupero delle aree industriali in disuso. Sottolinea inoltre l’importanza di coinvolgere le nuove generazioni nel processo di pianificazione del PAT, valorizzando la loro crescente sensibilità verso le tematiche ambientali.