“I tumori sono in aumento – rileva Anna Maria Bigon, consigliere regionale veronese e vice-presidente della Commissione Sanità di Palazzo Ferro Fini. I numeri forniti dal Servizio epidemiologico della Regione sul numero di casi e di decessi da tumore in Veneto sono preoccupanti e, di anno in anno, in progressiva crescita. Con quasi 14 mila morti all’anno e oltre 34 mila nuovi casi.
E non c’è dubbio che tra le cause di questo andamento vi sia il fumo di sigaretta che vede coinvolto circa un quarto della popolazione”.

Tuttavia, specifica che il Veneto spende troppo poco per la prevenzione. Nel 2023, tanto per fare un esempio recente, sono stati messi a disposizione appena 505 milioni, ovvero 119 milioni in meno rispetto all’anno precedente.
“Tutto questo – sottolinea l’esponente del Pd, mentre sale in modo vertiginoso l’utilizzo delle sigarette elettroniche da parte dei giovanissimi. Dobbiamo educare agli stili di vita dedicando particolare attenzione alle nuove generazioni”.
Bigon. Il medico di famiglia centrale per la prevenzione
E siccome Anna Maria Bigon segue costantemente le politiche sanitarie, sia nella loro articolazione regionale che in quella nazionale, non ha difficoltà ad individuare e segnalare quello che è uno dei nodi centrali della prevenzione, che è la medicina territoriale che passa soprattutto dai medici di medicina generale.
“Ecco perché la figura del medico di famiglia, attualmente in forte carenza, è fondamentale. Il confronto, la conoscenza della famiglia, il rapporto di fiducia, i consigli e le informazioni sulle conseguenze sono cruciali per una efficace prevenzione”. E conclude: “ la Regione se ne faccia carico con maggiori investimenti e attenzione”.