( g.d) Ancora un rinvio del Tar del Lazio sulla sorte dei Beagle “richiesti -come scrive la Lega Anti Vivisezione– dalla società Aptuit per diverse sperimentazioni invasive sulle tossicodipendenze, mentre nei laboratori la tortura non si ferma“.
Martedì 10 giugno il Tar del Lazio si è riunito ancora per decidere sulla legittimità delle autorizzazioni che prevedevano l’utilizzo di migliaia di cani beagle per sperimentazioni estremamente invasive da parte della multinazionale veronese di ricerca farmaceutica Aptuit.
Autorizzazioni che Lav aveva impugnato e 2 delle quali, ad oggi, sono sospese. Ad Aptuit erano già stati sequestrati 51 cani per gravi maltrattamenti. I beagle sono tutt’ora in affidamento presso la Lav fino a che non saranno concluse le indagini.

Gli avvocati della multinazionale Aptuit, che ha sede a Verona, hanno richiesto di poter condurre esperimenti farmacogenomici sui cani utilizzando la modalità ‘traslazionale’. Il che vuol dire che sui cani che sono detenuti presso i laboratori veronesi per fare da cavia per esperimenti ‘tossicologici’ verrebbero raddoppiate le sperimentazioni. Il motivo che i legali hanno addotto è che le loro sofferenze sono moderate.
La Lav osserva come sia abominevole pensare che siccome il dolore di queste creature è ‘moderato’ essi siano ulteriormente sacrificabili. “Di fatto – sostiene- si trattano esseri senzienti come merce da mercato e sottoporre corpi già martoriati ad ulteriori esperimenti vuol dire condannarli a morte atroce”.
