L’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Ministero della Salute francese hanno promosso a Parigi un convegno cui hanno partecipato esperti di tutto il mondo e rappresentanti di 31 Paesi che hanno sottoscritto una dichiarazione secondo la quale la salute mentale dev’essere la priorità delle politiche dei singoli stati.

I dati emersi durante il congresso sono allarmanti in tutti i paesi esaminati e inducono a non esitare più nel prendere dei provvedimenti, non solo di carattere medico, ma anche politico e sociale.

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In Europa ogni 6 persone ce n’è una che soffre di un disturbo mentale. Ma una su 3 non riceve cure adeguate.
Avvengono 400 suicidi al giorno, prima causa di morte tra i 15 e i 29 anni. In totale 150 mila all’anno, l’equivalente di una città come Livorno.
I giovani vivono in una situazione di disagio mai vista prima. L’11% degli adolescenti ha problemi legati all’uso ed all’abuso dei social. Il 25% delle ragazze si sentono sole. Lo stesso vale per gli over 60.

La salute mentale diventa un problema sociale

Non è più solo un problema sanitario, ma ad un problema sociale che va risolto con interventi integrati a livello collettivo e non solo individuale. A partire dalla prevenzione, da attuare nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle carceri, nelle comunità locali ed agendo sui media e sul web. Aumentando il personale, medico e non, per i servizi psichiatrici sul territorio. Ma una riflessione va anche fatta sul modello di società che è stato costruito fino ad oggi.