L’estate si preannuncia all’insegna della moderazione nei consumi per i cittadini del Veneto e, in particolare, della provincia di Verona. A rilevarlo è l’indagine annuale condotta da Confcommercio Veneto e Unioncamere Veneto, che ha coinvolto un campione rappresentativo di 600 residenti. I dati restituiscono un quadro sostanzialmente stabile rispetto al 2024, ma con alcuni segnali di lieve ribasso che riflettono le persistenti incertezze economiche e le preoccupazioni legate all’inflazione.
Spese estive: prevalgono convivialità e acquisti tradizionali
Secondo l’indagine, la spesa media per la stagione estiva si concentra su tre principali ambiti: ristorazione, sagre ed eventi enogastronomici (762 euro), abbigliamento, calzature e accessori (434 euro), e viaggi e vacanze (203 euro). Rispetto allo scorso anno si evidenzia una crescita degli acquisti legati alla socialità, come cene e feste (+3%), e dei libri (+3%). In calo, invece, il comparto tecnologico, con una flessione per computer, smartphone e prodotti elettronici in genere.
Saldi estivi al via dal 5 luglio: Verona più ottimista della media regionale
I saldi inizieranno domenica 5 luglio, ma le intenzioni di spesa restano prudenti. Il 70% degli intervistati veronesi prevede di spendere come l’anno scorso, il 10% di più e il 20% di meno. Per l’acquisto di vestiti si stima una media di 228 euro, scarpe 182 euro, borse e accessori 168 euro. Una tendenza che conferma un comportamento di acquisto razionale, in cui si guarda sia alla necessità che al risparmio.
Centri storici in risalita, negozi fisici ancora preferiti
Due terzi degli acquisti estivi si concentreranno in periferia, ma torna a crescere l’attrattività dei centri storici, che guadagnano sei punti rispetto al 2024, toccando il 37% delle preferenze. Resta marcata la preferenza per i negozi fisici (69%) rispetto al commercio online (31%), in particolare tra i giovani tra i 18 e i 29 anni, che con un +12% si dichiarano più propensi alla visita in negozio.
Inflazione e incertezze globali frenano i consumi
Il contesto economico continua a pesare sulle scelte dei cittadini: l’84% degli intervistati a livello regionale (82% a Verona) indica l’inflazione e la perdita del potere d’acquisto come principali motivi di preoccupazione e contenimento della spesa, un dato in leggero aumento rispetto all’anno precedente.
Vacanze 2025: Verona sotto la media regionale
Il 64% dei veneti prevede di andare in vacanza, ma la percentuale scende al 58% per i veronesi. Il 26% di questi resterà in Veneto, il 62% si sposterà in altre regioni italiane, mentre il 31% sceglierà una meta all’estero. Il mare si conferma la destinazione preferita (46%, +3%), seguito dalla montagna (32%), dai laghi (11%) e dalle città d’arte, in calo al 9% (-5%).
Sul fronte alloggi cresce l’interesse per gli appartamenti turistici (22%, +7%) e per gli hotel (33%, +4%), mentre calano i bed & breakfast (17%), gli ostelli (1%) e l’ospitalità presso parenti o amici (17%). In flessione anche le prenotazioni online (69%, -4%), a favore delle agenzie di viaggio (14%, +2%). La motivazione principale che guida la scelta della vacanza resta la ricerca di relax, qualità della vita e ambienti salubri.
I commenti: attenzione e selettività nelle scelte
“I dati dello studio confermano la grande cautela che contraddistingue i consumatori in questa fase, con un’attenzione crescente a sconti e promozioni, soprattutto da parte del ceto medio”, commenta Paolo Arena, presidente di Confcommercio Verona.
Per Nicola Dal Dosso, direttore generale dell’associazione: “In un contesto ancora segnato da conflitti internazionali e ritorno dei dazi, il turismo rappresenta una leva fondamentale per sostenere il terziario. Occorre investire in una promozione capace di attrarre flussi turistici di qualità, anche nel segmento business legato al MICE, che offre ampi margini di crescita”.