Su 70 pazienti complessi ricoverati in alcuni reparti di Geriatria e Medicina interna, con età media di 86 anni che assumevano circa 10 farmaci al giorno, 4 sono stati eliminati. E’ poi stato anche ridotto il dosaggio. A 3 mesi stata stimata una riduzione del 20% del rischio di ri-ospedalizzazione ed un risparmio di circa 56 mila euro l’anno. 

Questo progetto è stato attuato nell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona sotto il coordinamento dei prof. Trifirò e Zamboni e con il supporto fondamentale della Scuola di Specializzazione in Farmacologia e Tossicologia Clinica e ad oggi è esteso ad altre 3 Uoc cliniche, e cioè Medicina interna C diretta dal prof Luca Dalle Carbonare, Medicina interna B diretta dalla prof.ssa Simonetta Friso e dalla Medicina d’urgenza diretta dal prof Domenico Girelli, oltre alla farmacia ospedaliera.     

Trifiro

Il deprescribing, ovvero la riduzione delle medicine che uno deve prendere ogni giorno, è particolarmente importante nei pazienti anziani, fragili e affetti da cronicità complesse e riflette le crescenti sfide legate all’invecchiamento della popolazione, considerato che quasi il 30% degli over 65 assume da 10 farmaci in su. 

Ma l’appropriatezza prescrittiva va accompagnata dal contrasto all’inerzia terapeutica, cioèquando un paziente continua ad assumere un farmaco prescritto da uno specialista per il quale nel tempo non viene più valutata la necessità. 

I farmaci più prescritti sono anticoagulanti, antinfiammatori, antipertensivi e antipsicotici (fra cui benzodiazepine). Il progetto pilota ha confermato che una corretta assunzione di farmaci riduce le ospedalizzazioni con un risparmio di 12 mila euro e una migliore qualità di vita del paziente. La proiezione dei dati su 12 mesi porta alla medication review di circa 480 pazienti e un risparmio annuo di spese ospedaliere di oltre 200 mila euro. Le persone potenzialmente toccate dalla rivisitazione delle medicine non sono poche, in Veneto sono 198.140 gli over 65 in politerapia con più di 5 farmaci al giorno.  

CallistoBravi, direttore generale Aoui: “Il progetto pilota avviato nella nostra Azienda e i dati del convegno di oggi dimostrano che ridurre i farmaci alle persone oltre 65 anni è un obiettivo da perseguire. E non penso solo ai vantaggi economici con evidenze chiare sui risparmi, penso soprattutto alla una riduzione delle reazioni avverse e delle ospedalizzazioni, in altre parole ad una migliore qualità di vita degli anziani.

Tavola rotonda 2

 

Gianluca Trifirò, ordinario di Farmacologia all’università di Verona e promotore del progetto Aoui: “Il fenomeno delle politerapie, soprattutto nei pazienti anziani, è in crescita e richiede un intervento urgente. Per questo, in Aoui abbiamo attivato un servizio di medication review e deprescribing, in cui collaborano farmacologi clinici, geriatri e internisti. A oltre un anno dalla sua attivazione, abbiamo rivalutato 70 pazienti anziani complessi e pluritrattati, ognuno dei quali richiede in media quattro ore per una valutazione accurata. I risultati ottenuti finora sono assolutamente gratificanti: abbiamo ridotto del 20% il tasso di riospedalizzazione e, soprattutto, abbiamo eliminato in media quattro farmaci dalle terapie prescritte a ciascun paziente. Questo può aver comportato un risparmio di circa 60 mila euro, risorse che riteniamo debbano essere reinvestite nel personale qualificato e pienamente dedicato ai processi di medication review”.

Mauro Zamboni, direttore Geriatria B e promotore del progetto Aoui: “Il tema della medication review è particolarmente importante nel paziente anziano, che spesso assume un numero elevato di farmaci. Parliamo di soggetti affetti da molteplici patologie, fragili e complessi, nei quali è frequente che i farmaci interagiscano tra loro, provocando reazioni avverse. Molte ospedalizzazioni negli anziani derivano proprio da problemi legati ai farmaci. Prestare attenzione alle interazioni, agli effetti collaterali e alle assunzioni errate può migliorare la qualità della vita quotidiana e prolungare la sopravvivenza. Si tratta di un progetto pilota estremamente utile, non solo per migliorare l’appropriatezza prescrittiva, ma anche per la formazione continua dei geriatri della mia Uoc, con ricadute importanti anche per i medici di Medicina generale, con i quali il paziente si interfaccia”.