Le ondate di calore, come quella di questi giorni, mettono a rischio le persone più fragili, soprattutto gli anziani, specie se affetti da multi-morbilità e malattie croniche, che rischiano disidratazione, colpi di calore e altri problemi legati al caldo.

Secondo una stima dell’Istituto di Barcellona per la salute globale (ISGlobal), pubblicata nell’agosto 2024 sulla rivista scientifica Nature Medicine, l’estate 2023 aveva mietuto più di 47 mila decessi nei 35 Paesi europei. 1ª fra tutti l’Italia con 12.743 morti. Di qui l’indicazione degli studiosi di ‘raffreddare’ le città. 

Ma in città con una larga prevalenza di asfalto e di cemento – osserva il Sindacato Pensionati Italiani della Cgil – che trattengono il calore facendo schizzare in alto il termometro bisogna agire  in modo consapevole, coraggioso e coordinato. Perciò lo Spi Cgil di Verona propone di eliminare strade per piantare alberi e realizzare una rete di rifugi climatici.

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Contro il calore aree verdi dove si deve e non dove si può

La città va ripensata, sostiene il sindacato, piantando più alberi e introducendo più aree verdi. “Gli alberi non solo offrono ombra e riducono la temperatura locale, ma assorbono anche l’anidride carbonica e migliorano la qualità dell’aria. Investire in parchi, giardini e corridoi verdi può non solo mitigare gli effetti delle ondate di calore, ma anche migliorare il benessere generale della comunità. Come ben spiegato dal neuro-scienziato Stefano Mancuso, le amministrazioni comunali sono chiamate a scelte coraggiose perché le aree verdi vanno fatte dove servono e non solo dove si può: occorre procedere secondo un disegno coerente e scientifico e non per spot, al fine di contrastare efficacemente le morti premature e aumentare la qualità della vita”.

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Si può poi realizzare una rete di rifugi climatici. “L’esperienza di alcune città italiane, come Bologna e Firenze, ci illustra la possibilità di creare una rete di rifugi climatici al chiuso o all’aperto caratterizzati dalla presenza di alcuni servizi minimi indispensabili, come servizi igienici, acqua potabile e aria condizionata (o zone ombreggiate, se all’aperto). Firenze ne ha già realizzati 44 usando sale civiche, centri d’incontro, biblioteche e parchi pubblici. Le dispute politiche su chi investe di più vanno risolte con un progetto coerente che punti a dare una risposta al benessere dei cittadini in particolare gli anziani”.

“Affrontare l’emergenza climatica – conclude il segretario generale dello Spi Cgil Adriano Felice– non è più un’opzione ma una necessità. Le politiche a tutti i livelli devono adattarsi ai nuovi scenari per fornire ai cittadini i servizi di cui hanno bisogno”.