“La sempre più concreta ipotesi di realizzare uno dei più grandi impianti di accumulo di energia elettrica del Nord Italia, in un’area vasta tra i comuni di Sona e Bussolengo, impone quel confronto con il territorio che ancora non c’è stato”. Anna Maria Bigon, consigliere regionale veronese del Pd, vuole vederci chiaro. Per questo ha presentato un’interrogazione all’assessore regionale all’Ambiente.
La produzione di energia è questione strategica per il paese. Di conseguenza l’iter autorizzativo consente al governo di scavalcare tutti. Ma questo preoccupa la Bigon.
“Non è stato dato modo ai portatori di interessi, dal Comune di Sona, alle attività agricole e produttive, associazioni, comitati e cittadini, di esprimersi sul progetto”.

Sona potrebbe essere la sede di uno degli impianti più grandi d’Italia
“L’impianto -spiega- occuperà circa 7,4 ettari di terreno agricolo, causando un consumo di suolo irreversibile e alterando il paesaggio rurale. Inoltre, la presenza dei container di batterie comporta un rischio di ‘thermal runaway’, ossia reazioni a catena che potrebbero sfociare in incendi ed esplosioni con rilascio di gas tossici e infiammabili. Si sottolinea inoltre che la quantità di elettroliti infiammabili potrebbe superare la soglia della Direttiva Seveso III, rendendo l’impianto potenzialmente soggetto a requisiti di sicurezza e di pianificazione emergenziale più stringenti.
Eventuali incendi delle batterie richiedono grandi quantità d’acqua che, una volta utilizzata, si contamina con metalli pesanti ed elettroliti, rischiando di inquinare suolo, falde acquifere e corsi d’acqua. La costruzione, della durata di circa due anni, causerà un aumento del traffico locale. Infine, le unità BESS altereranno il carattere rurale del paesaggio e potrebbero generare inquinamento acustico”.
Per questo Anna Maria Bigon chiede quindi all’assessore regionale all’Ambiente “se intenda attivarsi con la massima celerità per convocare un tavolo di confronto che coinvolga la Regione, la Provincia di Verona, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il Comune di Sona, ARPAV, i Vigili del Fuoco e i rappresentanti degli interessi locali, per un’illustrazione chiara del progetto, delle modalità e delle tempistiche di realizzazione e, soprattutto, per concordare soluzioni che compensino adeguatamente gli impatti negativi che la realizzazione dell’impianto comporterà”.
