L’agricoltura europea torna al centro della protesta. Con un’azione coordinata tra Bruxelles e Roma, Coldiretti ha lanciato oggi un messaggio chiaro e diretto contro le politiche della Commissione Europea guidata da Ursula Von der Leyen, accusata di mettere a rischio la sicurezza alimentare e la sopravvivenza stessa del settore agricolo.
Nel mirino di Coldiretti non ci sono solo i nuovi scenari sui dazi americani, ma soprattutto la direzione che la Commissione sembra voler imprimere alle politiche comunitarie con la proposta di un bilancio che, per la prima volta dal 1962, potrebbe non prevedere più un capitolo chiaro e autonomo destinato al sostegno della produzione agricola e alla sicurezza degli approvvigionamenti alimentari. Un cambio di rotta che, secondo l’organizzazione agricola, rischia di compromettere la tenuta economica e sociale di tutto il continente.
A Bruxelles, la manifestazione si è svolta davanti alla sede della Commissione, con una nutrita delegazione di giovani agricoltori veronesi e veneti guidati dal Delegato provinciale Riccardo Pizzoli, affiancato da Marco De Zotti, rappresentante dei giovani Coldiretti del Veneto. “Siamo qui per difendere non solo il nostro futuro, ma quello di tutti i cittadini europei – ha dichiarato De Zotti –. Non vogliamo un’Europa tecnocratica e distante dalla realtà, ma un’Unione che protegga chi lavora la terra e produce il cibo di cui tutti viviamo. Questa non è l’Europa dei padri fondatori, ma una deriva che penalizza le nuove generazioni”.

Il blitz simbolico si è svolto anche in Italia, con azioni in quattro luoghi simbolici di Roma: dal Colosseo alla Fontana di Trevi, da Piazza Navona al Senato. Ovunque sono apparsi striscioni e installazioni provocatorie, tra cui una rappresentazione grafica della “Vonderland”, un’Europa alternativa descritta come una landa desolata e governata dalla burocrazia, lontana dai cittadini e dalle esigenze reali del territorio. Slogan come “Non spegnere la democrazia”, “Non spegnere la salute” e “Non spegnere l’agricoltura” hanno accompagnato la protesta.
“La nostra battaglia è per il futuro dell’agricoltura e della democrazia europea – ha spiegato da Bruxelles il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini –. Non possiamo accettare che si tolga linfa al settore agricolo per finanziare altre priorità, come il riarmo, o che si spalanchino le porte a prodotti stranieri privi di tutele per la salute e per l’ambiente. Serve una politica agricola che dia risposte concrete, non una gestione burocratica e autoritaria”.
Non meno dura la posizione del segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, intervenuto da Roma: “Stiamo assistendo a un tradimento dell’idea originaria di Europa. Sant’Agostino diceva che la speranza ha due figli: lo sdegno e il coraggio. Oggi servono entrambi per fermare chi vuole smantellare la Politica Agricola Comune per finanziare i carri armati al posto del pane. Senza agricoltura non c’è pace, c’è solo guerra”.
Secondo Coldiretti, il rischio per il settore primario europeo è addirittura superiore a quello rappresentato dai dazi USA annunciati da Trump, che potrebbero arrivare fino al 30%. Una minaccia che, secondo l’organizzazione, si somma all’incapacità dell’Europa di tutelare i propri interessi nelle sedi internazionali.
“La Coldiretti continuerà a mobilitarsi – concludono i vertici dell’associazione – per difendere le campagne, il lavoro degli agricoltori e la sicurezza alimentare di tutti i cittadini europei. Senza agricoltura, non c’è Europa”.
