(Angelo Paratico) La notizia della vendita record di un libro di Galileo Galilei, battuto a Londra per 1.100.000 sterline ha fatto il giro del mondo. Il libro s’intitola Dialogo de Cecco di Ronchitti da Bruzene in perpuosito de la stella Nuova Dialogo ed è un attacco alle idee del filosofo aristotelico Antonio Lorenzini da Montepulciano circa l’apparizione in cielo della Supernova di Keplero.

L’opera forse fu scritta dal solo Galileo o forse a quattro mani con Girolamo Spinelli. Fu pubblicato a Padova, nel 1605 infarcita di espressione dialettali padovane, presso Pietro Paolo Tozzi. Nello stesso anno apparve la seconda edizione, a Verona, con lo stampatore Bartolomeo Merlo, che forse aveva bottega in via Ponte Pietra.

In Italia un libro simile, per quanto raro, non avrebbe mai spuntato una simile cifra. Questo ha forse a che vedere con l’altissima reputazione del Galilei nel mondo anglosassone. Con lo scisma dalla chiesa cattolica venne rappresentato come un martire dell’oscurantismo cattolico. Il motivo di questa visione del Galilei dipende molto da John Milton, l’autore del Paradiso Perduto, uno dei loro massimi monumenti letterari.
Il Milton in un’altra sua opera, l’Aeropagitica, un discorso per la libertà di stampa rivolto al Parlamento nel 1644, riferisce di aver fatto visita a Galileo Galilei durante un suo soggiorno a Firenze nel 1638. Milton aveva 29 anni e Galileo era già vecchio, cieco, apparentemente agli arresti domiciliari e sorvegliato dall’Inquisizione, nella sua casa di Arcetri. Ebbene, oggi tutti i massimi critici di Milton concordano che l’incontro non avvenne mai, perché fu una sua invenzione.
Il cardinale Joseph Ratzinger nel 1992 pubblicò un libretto intitolato Svolta per l’Europa. Chiesa e modernità nell’Europa dei rivolgimenti uscito con le edizioni Paoline. Gli spunti di riflessione erano molti ma destò una certa polemica la sua visione del Galilei riportata a pagina 76-78. Il futuro papa notò che Galileo divenne un mito dell’Illuminismo, ma dice che curiosamente fu Ernest Bloch, un filosofo marxista, che si oppose a tale mito, offrendo una nuova interpretazione del suo celebre processo.
Giustamente Bloch disse che sia il sistema geocentrico che quello eliocentrico erano indimostrabili e in particolare la teoria dello spazio assoluto, dimostratasi sbagliata con la teoria della relatività: “Dal momento che, con l’abolizione di uno spazio vuoto e immobile, non si produce più alcun movimento verso di esso, ma soltanto un movimento relativo dei corpi fra di loro, e poiché la misurazione di tale movimento dipende dalla scelta del corpo assunto come punto di riferimento, così – qualora la complessità dei calcoli risultanti non rendesse impraticabile l’idea – adesso come allora si potrebbe supporre la terra fissa e il sole mobile”.
E aggiungeva: “Una volta data per certa la relatività del movimento, un antico sistema di riferimento umano e cristiano non ha alcun diritto di interferire nei calcoli astronomici e nella loro semplificazione e nella loro semplificazione eliocentrica; tuttavia, esso ha il diritto di restar fedele al proprio metodo di preservare la terra in relazione alla dignità umana e di ordinare il mondo intorno a quanto accadrà e a quanto è accaduto nel mondo”.
Il grande filosofo agnostico P. Feyerabend scrisse che: “La Chiesa all’epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. Per questo la sua sentenza fu razionale e giusta…”. Addirittura, C.F. Weizsacker vide una linea diretta che lega Galileo alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki.
Galileo Galilei fu una specie di “Burioni” d’ante litteram, perché in un dibattito non si limitava a dimostrare che il proprio avversario si sbagliava, ma si divertiva a umiliarlo e a insultarlo. Per questo aveva molti nemici.
Il processo che gli intentò l’inquisizione era stato istruito per via della sua diffamazione a mezzo stampa del papa, Urbano VIII, celandolo neppure troppo bene sotto ai panni di Simplicio, il quale fa la figura del fesso nel suo libro Dialogo sopra ai due massimi sistemi. Il cardinal Bellarmino fece da pubblico ministero e chiese a Galileo le prove scientifiche di quanto diceva nel suo libro, ma Galileo non fu in grado di fornirle. Anzi si fece contraddire dai cardinali quando disse che una prova della rotazione della terra sarebbero le maree, invece che l’attrazione lunare.
La frase attribuita a Galileo è una leggenda
Nota lo storico Alfonzo Marzocco: “In sintesi il Santo Uffizio dichiarava: Tu, Galileo, affermi che la mia interpretazione della Bibbia è sbagliata: mostrami le prove della tua affermazione. Lui non lo fa e non dà una bella prova di sé: porta le giustificazioni standard di un impiegato statale (tra l’altro lo era veramente: infatti era docente universitario), presentando certificati medici, lettere di raccomandazione e di scuse varie: prove, niente”.
Fece così la figura del salame e, alla fine, non disse mai, come si racconta: “eppur si muove”. Quella fu solo una leggenda sorta successivamente.