Si è concluso con un’assoluzione il procedimento penale a carico di Federico Benini, all’epoca dei fatti capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale a Verona. La vicenda risale al gennaio 2018, quando un post pubblicato da Benini su Facebook aveva provocato la denuncia per diffamazione da parte dell’allora sindaco Federico Sboarina e di Lorenzo Fontana, oggi presidente della Camera dei Deputati.
Il Tribunale ha riconosciuto che le parole utilizzate da Benini rientravano nel perimetro della legittima critica politica. Nessuna intenzione diffamatoria, dunque, ma un intervento che – pur con toni sarcastici – esprimeva un dissenso sull’operato della giunta cittadina.
A spiegare le ragioni della propria difesa è lo stesso Benini, che ha commentato l’esito del processo: «Sono ovviamente soddisfatto per la decisione del Tribunale, anche perché sono stato io stesso a richiedere il giudizio opponendomi al decreto penale di condanna che mi era stato inizialmente notificato. Ho sempre ritenuto corretto e doveroso esercitare una critica politica all’amministrazione Sboarina, come rientra nei compiti di chi svolge una funzione di controllo in consiglio comunale».
Benini ha precisato che il riferimento contenuto nel post non voleva in alcun modo attribuire agli allora amministratori un’accostamento alla figura di Vito Giacino – ex assessore all’urbanistica coinvolto in vicende giudiziarie – ma piuttosto evidenziare la continuità di scelte in ambito urbanistico rispetto alla precedente amministrazione, senza il cambio di rotta promesso in campagna elettorale.
«Dispiace constatare – ha aggiunto – che ancora oggi chi ricopre incarichi di potere risponda alla critica politica ricorrendo alla via penale, con il rischio di intimidire chi esprime un’opinione o esercita un ruolo di controllo. Il libero pensiero e il diritto di critica sono valori fondamentali, sanciti dalla Costituzione, e sono felice che oggi siano stati riconosciuti e tutelati».