Verona si colloca al nono posto nella classifica nazionale delle destinazioni più esposte al sovraffollamento turistico, secondo l’“Indice Complessivo di Sovraffollamento” diffuso ieri dall’Istituto Demoskopika. Ma per Nicola Dal Dosso, direttore generale di Confcommercio Verona, più che di overtourism, per la città scaligera si dovrebbe parlare di overcrowding, ovvero di congestione temporanea dovuta alla sovrapposizione di eventi e iniziative in alcuni periodi dell’anno.

“Il fenomeno che viviamo a Verona – spiega Dal Dosso – è diverso da quello di città come Venezia o Firenze, dove il sovraffollamento è cronico e si concentra stabilmente nei centri storici. Qui si tratta piuttosto di picchi di presenza legati a momenti specifici, come il periodo natalizio o la stagione areniana”.

Qualificare l’offerta e pianificare meglio

Per il direttore di Confcommercio, la priorità è qualificare l’offerta turistica e diversificare i flussi, per valorizzare l’economia del turismo senza comprometterne la sostenibilità. “Il turismo è uno dei settori più vitali per il terziario veronese – sottolinea Dal Dosso –. Dopo la pandemia, è tra le poche voci con saldo positivo: crea occupazione e valore aggiunto”.

I numeri lo confermano: nel 2024 la provincia di Verona ha raggiunto 19,5 milioni di presenze, con una crescita del 9,6% rispetto al 2023, superando persino i dati record del 2019. Di queste, 15 milioni sono concentrate sul lago di Garda, mentre la città capoluogo registra 3,1 milioni di presenze.

“Questi risultati sono frutto del lavoro di una filiera qualificata – continua Dal Dosso – che comprende ricettività, commercio, servizi e attrattori culturali. Ora però serve un ulteriore salto di qualità”.

La tecnologia per gestire i flussi

Per affrontare i problemi legati al sovraffollamento, Confcommercio Verona ha avviato una collaborazione con Wind 3, introducendo un sistema digitale avanzato per monitorare in tempo reale i flussi turistici. L’utilizzo di big data e intelligenza artificiale consentirà di rilevare presenze, provenienze, percorsi più frequentati e tempi di permanenza.

“I dati raccolti – spiega Dal Dosso – potranno essere incrociati con l’occupazione alberghiera e utilizzati per pianificare strategie più efficaci: dalla regolamentazione degli accessi in aree sensibili alla programmazione di eventi nei periodi di minore afflusso”.

Diversificare il turismo e puntare sul business

Tra le soluzioni proposte, c’è anche la diversificazione dell’offerta territoriale, favorendo la promozione di aree meno frequentate. “Valpolicella, Lessinia, Soave, Pianura dei Dogi – precisa Dal Dosso – possono crescere ancora, se si mettono in campo strategie mirate per attrarre i turisti e distribuirli in maniera più equilibrata”.

Un altro segmento strategico è il turismo business, che rappresenta circa il 25% del movimento complessivo. Nel 2024, Verona ha ospitato 7.300 eventi, con oltre 500mila partecipanti e una permanenza media di 1,45 giorni. Un comparto che potrà essere ulteriormente sviluppato grazie al neonato Convention Bureau di Verona, nato proprio per mettere in rete gli operatori della filiera e migliorare la promozione.

Ricettività sostenibile e tutela del tessuto urbano

Altro tema cruciale è la gestione del patrimonio ricettivo. Per Dal Dosso, è necessario privilegiare la qualificazione delle strutture esistenti, piuttosto che promuovere nuove aperture nel centro storico. “Eventuali nuove strutture vanno previste con attenzione e preferibilmente in aree esterne alla cinta storica, per supportare il turismo congressuale e mantenere l’equilibrio tra offerta turistica e residenzialità”.

Resta aperta la questione degli alloggi turistici, il cui aumento rischia di ridurre la disponibilità abitativa, soprattutto in una città universitaria come Verona. “Non possiamo replicare le tensioni già viste in altre città d’arte – avverte Dal Dosso –. Bisogna trovare un punto di equilibrio per tutelare residenti, studenti e operatori del settore”.

Un calendario per la bassa stagione

Infine, Confcommercio Verona propone di lavorare alla creazione di un calendario condiviso di eventi culturali e musicali, per attrarre visitatori anche nei periodi di bassa stagione e distribuire meglio i flussi durante l’anno.

“La sfida non è fermare il turismo – conclude Dal Dosso – ma governarlo con una visione prospettica, puntando sulla qualità, sull’innovazione e su una pianificazione intelligente del territorio”.

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