Si chiude con una sentenza favorevole ai lavoratori una vertenza che si trascinava da quasi un decennio e che ha interessato la casa di riposo Morelli Bugna di Villafranca. La Corte d’Appello di Venezia ha infatti respinto il ricorso presentato dalla direzione della struttura, confermando la decisione di primo grado già emessa nel 2021: il tempo impiegato dai dipendenti per il cambio della divisa va retribuito come lavoro straordinario.

La vicenda trae origine da un’iniziativa della dirigenza della Morelli Bugna che, alcuni anni fa, aveva chiesto ai propri lavoratori di restituire circa 200 mila euro, cifra calcolata sulla base dei presunti costi sostenuti dalla struttura per consentire il recupero delle festività infrasettimanali lavorate. Una richiesta che venne fin da subito contestata dai sindacati e che, nel 2021, fu bocciata dal giudice di primo grado.

Oggi la sentenza della Corte d’Appello mette la parola fine alla controversia, stabilendo che il tempo dedicato al cambio della divisa rientra a pieno titolo nelle ore lavorative e che va retribuito come straordinario, con tutti gli arretrati dal 2014. La quantificazione è stata fissata in 15 minuti per ogni turno, come previsto dalle rivendicazioni sindacali.

“Questa decisione rappresenta un atto di giustizia per le lavoratrici e i lavoratori delle case di riposo, troppo spesso vittime di atteggiamenti eccessivamente rigidi da parte delle direzioni” commenta Angelo Tirapelle, referente della Funzione Pubblica Cgil di Verona. “Non si tratta di un caso isolato – sottolinea Tirapelle – altre sentenze simili stanno uscendo proprio in queste settimane, confermando una tendenza che tutela i diritti di chi lavora nei servizi socio-assistenziali”.

La Cgil ha già avviato ulteriori azioni legali per garantire il medesimo riconoscimento anche a quei dipendenti della struttura che non erano stati coinvolti nella prima causa.

“L’auspicio – conclude Tirapelle – è che la chiusura di questa vertenza, che ha avuto conseguenze pesanti per la struttura, possa aprire finalmente una fase di confronto più sereno tra la direzione e il sindacato, tenendo conto delle legittime istanze dei lavoratori”.