Con la nuova Politica Agricola Comune 2028-2034, la zootecnia veneta si trova di fronte a una crisi senza precedenti. A lanciare l’allarme è Cia Veneto, che denuncia tagli lineari ai premi europei compresi tra il 20% e il 30%, con conseguenze potenzialmente drammatiche per il comparto: “Un allevamento su dieci è a rischio chiusura”.

In Veneto operano attualmente oltre 9.000 aziende zootecniche, che gestiscono complessivamente circa 600.000 capi. Il comparto genera un fatturato annuo pari a 840 milioni di euro, contribuendo in modo significativo alla produzione nazionale di latte (9% del totale). “Numeri che testimoniano l’importanza strategica di questo settore”, sottolinea l’organizzazione agricola.

Le difficoltà, però, non si fermano ai tagli in arrivo: già con la precedente programmazione europea, il comparto ha subito una riduzione del 30% nei trasferimenti. A questi si sommano i costi crescenti legati alla gestione aziendale – dai mangimi all’energia, dai carburanti ai farmaci – e i nuovi obblighi ambientali, come l’adeguamento alle normative sul benessere animale e la riduzione degli antibiotici.

Secondo le stime di Cia Veneto, con l’istituzione di un Fondo unico e il rischio di una Pac considerata “annacquata”, l’agricoltura regionale potrebbe perdere almeno 200 milioni di euro, una cifra considerata per difetto. Un colpo durissimo per le 59.000 imprese agricole venete registrate presso le Camere di Commercio provinciali.

In risposta, Cia ha avviato una mobilitazione permanente. “Siamo scesi in campo sin dall’inizio della fase negoziale a Bruxelles – dichiara il direttore regionale Maurizio Antonini – L’agricoltura rappresenta un terzo del bilancio dell’Unione Europea. È uno dei suoi pilastri fondanti, e non possiamo tradire questi valori”.

Antonini ricorda che la Pac non è uno strumento a esclusivo beneficio degli agricoltori, ma un investimento collettivo: “L’agricoltura è prima di tutto custodia del territorio, tutela ambientale e presidio delle comunità”. Per questo, ribadisce, serve una politica agricola forte, autonoma e dotata delle risorse necessarie per affrontare le sfide geopolitiche, climatiche e commerciali che incombono sull’Europa.

Infine, l’eventualità di nuovi dazi tra Europa e Stati Uniti potrebbe aggravare ulteriormente la situazione: “Se confermati, i dazi provocherebbero una perdita da 1 miliardo di euro per l’export di vini e formaggi veneti”, conclude Antonini.