(Clara Duse) Ore 11 del 25 luglio 2025, via Mazzini: appoggiato alla vetrina di un elegante negozio un ragazzo col piede deforme chiede l’elemosina.
Ore 11.10 l’abitudinario quarantenne apparentemente tremante sostenendosi ad un bastone e tendendo un cappellino blu in mano come ogni mattina da qualche mese a questa parte è in centro e blocca oggi il passaggio dei turisti tra Piazza Erbe e via Dante. Mercoledì sera l’entrata in Arena. Gli si parava davanti recitando nenie incomprensibili.

Ore 12.00 una signora di forme generose mi chiama e mi chiede da mangiare. È ferma di fronte all’Unicredit in via Garibaldi. Dall’aspetto non si direbbe che soffra la fame. Non sono fermi ad incroci. Non lavano i vetri che in realtà sporcherebbero visto lo stato delle spazzole. Sotto i portici di via Roma degli uomini senza dimora per scelta stanno litigando. Uno di loro seduto per terra tra una forchettata di pasta ed un’altra si unisce alle urla. Delle ragazze svedesi si spaventano e osservano allibite attraversando in fretta la strada.
Accattoni in netto aumento
Cerco in Piazza Bra, in via Mazzini, all’inizio di via Oberdan la donna rumena, si dice, di bell’aspetto soprannominata “l’Elegante” con la E maiuscola. L’ultima volta ce l’ho fatta. Ho impedito ad una coppia di turisti portoghesi di darle 10 euro, l’offerta richiesta, in uno stentato italiano, per un’Associazione di volontariato. Dopo l’offerta i due turisti avrebbero firmato un falso registro, un foglio A4 bianco recante persino il logo: una fila di bandierine di Paesi Europei. Se le chiedi quale Associazione rappresenti risponde: “Handicap”. “Quale handicap?” Alza le spalle. In teoria non capisce la domanda, ma sa intascare molto bene.

Mi si dice che alcuni di loro arrivano di buon mattino a bordo di una Mercedes scura che sosta di fronte a Castel Vecchio su Corso Cavour per essere indirizzati nelle varie postazioni. Qualche ora dopo si ritrovano in via Roma per la consegna del primo guadagno. La scena si ripeterà durante la giornata. Molti a Verona sanno, ma tutti fanno finta di non vedere o tacciono.
È vero, l’accattonaggio non è più punibile dal Codice Penale, ma l’art. 669 bis prevede che se un individuo “esercita accattonaggio con modalità vessatorie o simulando deformità o malattie o attraverso il ricorso a mezzi fraudolenti per destare l’altrui pietà è punito con la pena dell’arresto da tre a sei mesi e con l’ammenda da euro 3.000 a euro 6.000.”

Nel caso dell’”Elegante” probabilmente ci sono i margini per considerare il reato perpetuato truffa. Intollerabile in una città bellissima come Verona. Sconfortante per chi nel tempo libero fa volontariato, quello vero, registrato da timbri recanti il codice fiscale e non da bandierine fotocopiate. È triste l’immagine della situazione cittadina di oggi. Molti veronesi non ne possono più di non poter far due passi spensierati nel centro storico senza essere continuamente interpellati da sconosciuti per richiesta di denaro.
La marginalità di questi individui è una loro scelta. Scelta di furbizia. Da non supportare e nemmeno da sopportare più. Il lasciarli fare, la libertà che a queste persone viene elargita a volte purtroppo per intoppi burocratici, ma anche per scelta, limita la libertà dei veronesi, dei turisti, la mia libertà. Andrebbero invece supportati i cittadini onesti con leggi, interventi e piani di azione perché è il comportamento giusto, ossequioso che va premiato e incoraggiato, l’altro, l’antisociale va debellato almeno per evitare che tali atteggiamenti furbastri o truffaldini vengano adottati dalle nuove generazioni.
