Secondo i calcoli della Camera di Commercio di Verona i dazi Usa provocheranno nella nostra provincia una perdita di circa 53 milioni di euro pari a una contrazione del 6,2% delle esportazioni.
La stima si basa sulla quota del 15% ufficializzata ieri dall’accordo tra la Commissione europea e l’amministrazione Trump in Scozia.
Un danno – calcolato dalla Camera di Commercio di Verona sul modello del National Board of Trade Sweden e adattato ai flussi commerciali della provincia – che potrebbe frenare pesantemente le spedizioni scaligere verso quello che rappresenta il terzo mercato di sbocco a livello globale.
Secondo la Camera di Commercio nel 2024 le merci veronesi spedite verso gli Usa hanno raggiunto gli 858 milioni di euro con una quota del 5,6% sul totale dell’export provinciale.
Macchinari, vino, alimentari e marmo i settori penalizzati dai dazi
Le stime dell’ente camerale che si basano sui dati dello scorso anno risentono anche di variabili esterne, sia di natura economica che geopolitica. Nel primo trimestre 2025, ad esempio, si è registrato un incremento del 2,9% verso gli Stati Uniti: un dato legato a un effetto di anticipazione delle spedizioni da parte delle imprese, in vista dell’entrata in vigore dei nuovi dazi. A questo va inoltre aggiunto l’impatto che tali misure potranno avere anche su altri Paesi esposti fortemente al mercato statunitense – come la Germania – con potenziali ripercussioni sull’equilibrio commerciale a livello continentale.
I settori più penalizzati dai dazi includono i macchinari (237 milioni esportati nel 2024, con un rischio di perdita superiore ai 15 milioni), seguiti da bevande (–15 milioni potenziali), alimentari (–9,5 milioni) e marmo (–1,8 milioni).
