(g.d.) Il presidente dell’ Unione Italiana Vini, Lamberto Frescobaldi, esprime grande preoccupazione per l’accordo sui dazi fatto in Scozia fra Trump e la von der Leyen.
«Con i dazi al 15%- afferma Frescobaldi- il bicchiere rimarrà mezzo vuoto per almeno l’80% del vino italiano. Il danno che stimiamo per le nostre imprese è di circa 317 milioni di euro cumulati nei prossimi 12 mesi, mentre per i partner commerciali d’oltreoceano il mancato guadagno salirà fino a quasi 1,7 miliardi di dollari. Il danno salirebbe a 460 milioni di euro qualora il dollaro dovesse mantenere l’attuale livello di svalutazione. Facciamo sin d’ora appello al governo italiano e all’Ue per considerare adeguate misure per salvaguardare un settore che grazie al buyer statunitense era cresciuto molto».

Il vino italiano copre il 24% del mercato Usa
“A inizio anno la bottiglia italiana che usciva dalla cantina a 5 euro veniva venduta in corsia a 11,5 dollari – continua il presidente dell’Uiv – Ora, tra dazio e svalutazione della moneta statunitense, il prezzo della stessa bottiglia sarebbe vicino ai 15 dollari. Con la conseguenza che, se prima il prezzo finale rispetto al valore all’origine aumentava del 123%, da oggi lieviterà al 186%”». Per l’Osservatorio Uiv, il conto si fa molto più salato alla ristorazione, dove la stessa bottiglia da 5 euro rischierà di costare al tavolo – con un ricarico normale – circa 60 dollari.
Tra gli esportatori di vino negli Usa l’Italia copre il mercato per il 24%, la Francia per il 20% e la Spagna per l’11%. Il contraccolpo per il nostro export sarà quindi più forte rispetto ai nostri concorrenti.
