(Angelo Paratico) Ieri sera, lunedì 28 luglio, si è tenuta un’assemblea popolare presso il Teatro Parrocchiale di via Prati, a Ponte Crencano, per contestare la costruzione di uno studentato, che distruggerebbe uno dei pochi polmoni verdi rimasti nel quartiere. L’Adige aveva già scritto di questo problema, che non è il classico “not in my backyard”.
Il titolo della serata era «Altro cemento su Ponte Crencano. Altro verde che sparisce». La partecipazione è stata alta, con circa 200 residenti presenti. L’incontro è stato organizzato dal comitato A.S.M.A (Associazione Salute Maria Ausiliatrice) il cui presidente ha ricostruito puntualmente tutte le vicende e la storia di questo sciagurato progetto, affermando che solo il 24 aprile erano venuti a sapere della intenzione di utilizzare l’area verde posta fra via Tommaseo e via Prati per lo studentato.

Il parere negativo dato dalla 2ª Circoscrizione (Elisa Dalle Pezze) al progetto, è stato ignorato dal sindaco Tommasi e dalla vicesindaca e assessora all’Edilizia privata e alla pianificazione urbanistica, Barbara Bissoli, pur appartenendo tutti alla stessa parte politica.
Gli abitanti del quartiere sono fieramente contrari alla costruzione della struttura di 4 piani con 139 posti letto per studenti universitari, con garages interrati. Questo dovrà essere ultimato entro giugno del 2026, per non perdere i fondi del Pnrr. Eppure, le alternative senza costruire ex novo, esistono, anche se i tempi sono strettissimi.

A un certo punto dell’assemblea è stata data la parola a Mario Spezie, che fisicamente assomiglia a Doc Brown, lo scienziato che costruisce la macchina del tempo nel film Ritorno al Futuro, offrendoci la soluzione al problema della quadratura del cerchio. Spezie, da storico appassionato, ci ha parlato del fiume Lorì (non un torrente) che scorre proprio sotto al terreno destinato allo studentato, e questo spiega perché l’area sia sempre stata considerata una cava di sassi e sabbia. Egli ha detto che nelle mappe moderne non appare questo fiume, essendo parzialmente interrato ma ci ha ricordato che nella Verona romana, scendendo dai monti di Avesa, veniva convogliato verso il centro città, fornendo una sorgente di acqua purissima per i residenti. Fu di nuovo utilizzato da Cansignorio della Scala che costruì una fontana in piazza Erbe alimentata dalle sue acque, e qualche secolo più tardi faceva girare una decina di mulini, ed infine nell’Ottocento centinaia di lavandaie utilizzarono il fiume per pulire i panni dei veronesi. Dopodiché il Lorì sparì dalle mappe e venne interrato a Ponte Crencano per essere disperso in Adige. Ci si accorge che esiste ancora quando ci sono bombe d’acqua e rompe gli argini, come accadde nel 2019. La conclusione di Spezie è stata lapidaria: “Chi non conosce la storia non può essere così stupido da pianificare il futuro”. E in effetti è davvero stupido voler costruire uno studentato su di una zona così instabile e pericolosa. Fra l’altro dovrebbe essere ancora in vigore la legge Galasso, del 1985, che obbliga a distanziare di almeno 150 metri le nuove costruzioni poste sulle sponde di un fiume.
Il prossimo passo per il comitato A.S.M.A sarà la partecipazione a Palazzo Barbieri, il prossimo 31 luglio, alle ore 18, quando la giunta comunale intende approvare in via definitiva questo progetto. Indipendentemente dalla parte politica alla quale appartengono, i liberi cittadini di Ponte Crencano vogliono guardare negli occhi chi voterà a favore e chi voterà contro, tenendoli a mente per le prossime elezioni comunali.
