Piccinini. Le parole non bastano più

“Quanto sta accadendo nelle nostre carceri non è più tollerabile.  A Montorio, 630 detenuti vivono oggi in una struttura che ne potrebbe ospitare al massimo 335. Eppure, questo dato, già di per sé allarmante, è solo il riflesso di una crisi più ampia, che riguarda tutto il sistema penitenziario nazionale. È necessario che la politica si assuma finalmente la responsabilità di affrontare, con coraggio e lucidità, una situazione diventata strutturalmente insostenibile”.

E’ quanto dichiara il consigliere regionale veronese Tomas Piccinini (Veneta Autonomia), dopo l’appello lanciato oggi dalla Conferenza nazionale dei Garanti dei diritti delle persone private della libertà, che ha coinvolto anche il carcere veronese e che pertanto torna a sollecitare un intervento strutturale e urgente per risolvere l’emergenza detentiva in atto.

“Un mese fa, – ricorda Piccinini – lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva lanciato un forte richiamo al rispetto della dignità delle persone detenute, chiedendo a Governo e Parlamento di non voltarsi dall’altra parte. A quella richiesta – aggiunge Piccinini – è seguito un silenzio assordante. Non possiamo aspettare che siano nuove tragedie a risvegliare le coscienze. Servono azioni, non dichiarazioni. La mobilitazione promossa oggi dalla Conferenza nazionale dei Garanti è un appello alla coscienza civile del Paese, che condivido pienamente”.

Emergenza carcere

“E’ necessario  – sottolinea il consigliere – affrontare il sovraffollamento anche attraverso misure di natura legislativa e strutturale. La gestione carceraria non può più essere demandata solo all’abnegazione della Polizia Penitenziaria e del personale amministrativo, che operano da anni in condizioni proibitive. È il momento di valutare seriamente misure alternative alla detenzione per categorie fragili, con misure e programmi specifici, interventi sull’edilizia carceraria e politiche di prevenzione realmente efficaci. Come ho potuto personalmente appurare, dopo diverse visite all’istituto, Montorio, come tante altre case circondariali, è oggi simbolo di una fragilità profonda che riguarda non solo la sicurezza, ma anche la coerenza etica e giuridica con cui intendiamo applicare i principi della nostra Costituzione.  È tempo di agire, per rispetto dei detenuti, per giustizia verso gli agenti e per dignità delle nostre istituzioni”, conclude Piccinini.