(Marzia Vezzalini*)L’essere umano non è solo umano. Siamo organismi ibridi, composti in parti quasi uguali da cellule di origine animale e da miliardi di cellule microbiche che vivono in simbiosi con noi. Ma la cosa ancora più sorprendente è un’altra: se analizziamo il nostro patrimonio genetico, scopriamo che appena l’1% è realmente “umano”, mentre la stragrande maggioranza dei geni appartiene ai nostri microbi.
Questa condizione, lungi dall’essere un difetto, è il nostro grande valore aggiunto: grazie al microbiota intestinale abbiamo difese immunitarie più forti, un metabolismo più efficiente e persino un dialogo continuo con il cervello. Un universo invisibile che non ci rende meno umani, ma ci conferisce un valore aggiunto unico: siamo un superorganismo, e proprio in questa fusione risiede gran parte della nostra forza e della nostra salute.

Il microbiota: un ecosistema che lavora per noi
Con il termine microbiota indichiamo l’insieme di batteri, funghi, virus e protozoi che abitano il nostro corpo, soprattutto l’intestino. Non si tratta di “ospiti indesiderati”, ma di una vera comunità che dialoga con le nostre cellule e partecipa a processi vitali. Potremmo immaginarlo come un organo aggiuntivo, fatto non di tessuti, ma di vita microscopica.
Eubiosi e disbiosi: quando l’equilibrio fa la differenza
Il termine eubiosi descrive la condizione ideale del microbiota: un ecosistema vario ed equilibrato (sostenuto soprattutto da Lattobacilli e Bifidobatteri), in cui le diverse specie microbiche convivono in armonia, proteggendo l’organismo, sostenendo la digestione e stimolando correttamente le difese immunitarie.
Al contrario, parliamo di disbiosi quando questo equilibrio si rompe e alcune specie batteriche prevalgono su altre. In queste condizioni, le cellule della parete intestinale diventano più fragili e suscettibili all’attacco dei microbi “cattivi”. La barriera intestinale, che normalmente agisce come un filtro selettivo, si altera e lascia passare nel sangue sostanze nocive e prodotti di scarto. Questo fenomeno, chiamato spesso leaky gut o “intestino permeabile”, favorisce l’ingresso nel torrente circolatorio di molecole infiammatorie che possono raggiungere organi vitali come il cuore e il cervello.
Se la situazione si prolunga nel tempo, la disbiosi non rimane più un problema “locale” dell’intestino, ma può trasformarsi in una condizione cronica con ripercussioni importanti: infiammazione diffusa, gonfiore, stanchezza, coliti ricorrenti, ma anche diabete e obesità, malattie cardiovascolari, neurologiche, psichiche ed oncologiche , le cosiddette “malattie del progresso”.

Dal sistema immunitario al cervello
La ricerca scientifica ha ormai dimostrato che il microbiota non influenza solo l’intestino. Le sue interazioni arrivano lontano.
Incidono sul sistema immunitario: gran parte delle nostre difese risiede nell’intestino e dialoga costantemente con i microbi. Quindi, un microbiota in eubiosi ci rende più forti.
Regolano il metabolismo: i batteri regolano l’utilizzo dei nutrienti e producono sostanze che migliorano l’efficienza energetica. Se siamo grassi o magri, a volte, dipende anche da loro.
Producono vitamine e molecole bioattive: alcune specie batteriche producono vitamine essenziali come l’acido folico, alcune vitamine del gruppo B e la vitamina K. Noi non siamo in grado di sintetizzarle, loro sì….ecco perché sono dei validi alleati.
Hanno influenza sul cervello e l’umore. Attraverso il cosiddetto asse intestino-cervello, i microbi rilasciano sostanze che modulano la produzione di neurotrasmettitori, influenzando ansia, stress e benessere psicologico. Un microbiota armonico può diventare il nostro “antidepressivo naturale”, aiutandoci a gestire meglio stress e umore!
Come prenderti cura del tuo microbiota
La buona notizia è che, con le scelte quotidiane, possiamo alimentare il nostro “giardino interiore” e mantenerlo rigoglioso. Alcune regole semplici.
Mangi fibre vegetali: abbondanti porzioni di frutta, verdura, legumi e cereali integrali, che forniscono nutrimento ai batteri buoni.
Cambiare spesso alimenti e colori nel piatto favorisce specie diverse di microbi.
I cibi fermentati, come yogurt, kefir, skyr, kombucha e crauti apportano microrganismi vivi o sostanze benefiche della fermentazione.
Moderare l’assunzione di zuccheri, alcol e cibi processati: in eccesso alterano l’equilibrio della flora.
Il Movimento e l’idratazione sono due alleati indispensabili per la regolarità e la salute intestinale.
A volte può rivelarsi utile assumere probiotici in forma di integratori. Non si tratta di soluzioni miracolose, ma di strumenti utili a sostenere un ecosistema microbico sano e resiliente.
Un patrimonio da valorizzare
Siamo dunque molto più che individui “umani”: siamo il risultato di una cooperazione millenaria con un’enorme comunità microbica. Immaginiamoci come superorganismi: metà cellule animali, metà cellule microbiche, con un patrimonio genetico dominato dai geni dei nostri piccoli alleati. Un paradosso apparente che, in realtà, racconta una verità potente: senza il microbiota non potremmo vivere, e prendercene cura significa investire nella nostra salute, energia e benessere quotidiano.
*biologo nutrizionista
