Sono 78 mila i veneti affetti da demenze. Calcolo per difetto. Più donne, il 68% e per il 98% over 65. Dati dell’ Osservatorio demenze -ISS, 2024). Anche il numero di soggetti con declino cognitivo ad esordio precoce, under 65, è in aumento.
In Veneto sono attivi 37 Centri per il Declino Cognitivo e le Demenze (CDCD), centri specialistici di riferimento per la diagnosi e la cura delle persone con DNC che si articolano in 55 ambulatori capillarmente distribuiti nel territorio regionale. Il Centro Regionale per lo studio e la cura dell’invecchiamento Cerebrale (CRIC) rappresenta il Centro di secondo livello per le diagnosi più complesse.
L’impegno dell’assessore veneto
“Oggi – spiega l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin- siamo di fronte a una patologia in crescita, che ha bisogno di set assistenziali di vario tipo. Il Piano Triennale 2025-2027 che presentiamo oggi va proprio in questa direzione. Nel Piano è inserito il fondamentale approccio multidisciplinare; con i centri per il decadimento che sono punti importanti, con le reti negli ospedali e sul territorio.

Penso inoltre ai centri diurni dedicati e alle strutture residenziali dedicate, molto apprezzate per il diverso livello di assistenza che offrono. Grande rilievo diamo anche alla domiciliarità, per la quale abbiamo messo in campo un progetto di teleriabilitazione che riscuote successo. Non ci dobbiamo però occupare solo della persona – ha proseguito Lanzarin – ma anche della sua famiglia. Un’altra novità è che siamo al lavoro sul fronte dei nuovi farmaci e del rafforzamento dei Pdta. Il tutto per dare una risposta a 360 gradi, clinica, specializzata, multidisciplinare, collaborando con il prezioso apporto del volontariato e dei centri sollievo, perché c’è anche bisogno dell’approccio umano e sociale”.
“Fondamentale”, per Lanzarin, anche saper dare a famiglie e pazienti gli indirizzi giusti. “Le famiglie – ha concluso – vanno accompagnate rispetto ai servizi che ci sono senza costringerle a bussare a troppe porte”.
