( p.d.) Sona saliti a più di 40 i casi di Chikungunya nella nostra provincia. Sono partiti dalla Valpolicella e da Parona, comune di Verona, ma si stanno estendendo anche ad altri comuni più lontani dall’area dove sono stati individuati i primi casi. S’Ambrogio Valpolicella, Pedemonte, Cavaion e adesso anche Isola della Scala, dove viene messa in forse la famosa Fiera del Riso. Responsabili sempre le zanzare. Perciò i comuni interessati hanno emanato delle ordinanze urgenti per la disinfestazione e dei tombini e di tutti i luoghi dove esistono dei ristagni d’acqua.
Le zanzare ci sono sempre state. Di questi fastidiosi insetti solo l’anofele, che vive nelle zone paludose, era classificata pericolosa per il fatto che trasmette il plasmodio che provoca la malaria. Tutti le altre ci succhiavano il sangue e chi provocavano un gran prurito nella zona delle pelle dove avevano punto. Con la globalizzazione invece sono arrivate da noi anche quelle che trasmettono delle malattie tropicali che fino a qualche anno fa si leggevano solo sui libri di medicina. Febbre del Nilo e Chikungunya quelle che in Italia si sono fatte sentire di più.
Alla Chikungunya bisogna pensarci prima
E allora bisogna prendere provvedimenti. Ma non dopo, quando le zanzare già ci volano attorno. Ma prima. Quando sono ancora larve. E qui sono i comuni che devono fare il loro ruolo. Sono i comuni che devono fare le disinfestazioni larvali. E che devono far capire anche ai provati cittadini che hanno l’obbligo, quantomeno morale, di fare altrettanto all’interno delle loro proprietà. E siccome sono i sindaci l’autorità sanitaria in ogni comune, è su di loro che incombe questo compito. E se fino a l’latro ieri si trattava di un’incombenza marginale, oggi che le zanzare causano queste malattie che causano anche dei morti deve diventare un impegno primario di prevenzione.
