Il garante della Privacy ha già dato l’ok. Fra breve la piattaforma informatica denominata Cerebro comincerà a funzionare per scovare evasori fiscali e attività criminali. E’ il “Sistema di analisi ed elaborazione dati a supporto delle indagini patrimoniali” del Ministero degli Interni progettato per le “indagini patrimoniali” svolte dalla Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato (DAC) e dalle Questure. Indagini che sono uno strumento investigativo “imprescindibile” per individuare e sottrarre alla criminalità, risorse illecitamente ottenute. 

Il sistema, incrociando i movimenti bancari con i dati anagrafici, catastali e le dichiarazioni dei redditi, punta a far emergere incongruenze tra redditi dichiarati, tenore di vita e capacità di spesa. Se Cerebro scopre un’anomalia questa viene messa a disposizione della Polizia o della Guardia di Finanza o comunque degli operatori abilitati in quanto potrebbe essere il segnale non solo di evasione fiscale ma anche dell’esistenza di un’attività illecita se non criminale.

In pratica funziona come un redditometro più raffinato, che mette a confronto il reddito che uno dichiara al fisco con i movimenti sul conto corrente, con il possesso di immobili, beni di lusso e altre attività economiche.