La manovra finanziaria 2026 prevede, secondo quanto annunciato, l’aggiunta di
2 miliardi di euro per la Sanità.
Il Segretario Nazionale UGL Salute Gianluca Giuliano li giudica insufficienti.
”Si tratta – dice- di fondi in gran parte già destinati a coprire spese vincolate e obbligatorie, come la prosecuzione di progetti avviati con il PNRR o altre iniziative già programmate. Risorse che non lasciano spazio a interventi realmente mirati al rafforzamento del sistema sanitario pubblico. Alla fine, solo una quota residuale –intorno ai 500 milioni – sarà potenzialmente disponibile per il personale, ma non per aumenti strutturali o assunzioni. Si parla ancora una volta di compensi per attività aggiuntive, un metodo già sperimentato in passato che non risolve i problemi alla radice.

La crisi della sanità non si combatte con soluzioni tampone
È evidente – prosegue Giuliano – che si continua a intervenire con soluzioni tampone, evitando di affrontare il nodo centrale: la drammatica carenza degli organici e la mancata valorizzazione del lavoro di medici, infermieri, OSS e di tutto il personale sanitario. Invece di investire in nuove assunzioni e nel rinnovo dei contratti, si preferisce incentivare chi già lavora con turni massacranti e carichi insostenibili. Così si mette a rischio la qualità dell’assistenza e la salute degli stessi operatori. Non possiamo continuare con una sanità fondata sull’emergenza perenne” sottolinea ancora il Segretario.
“Anche il contratto del comparto privato e del sociosanitario sono fermi da anni, gli stipendi italiani restano tra i più bassi d’Europa e manca completamente una visione strategica. Servono investimenti veri e duraturi, serve una programmazione nazionale seria, e soprattutto serve rispetto per chi ogni giorno garantisce con professionalità e sacrificio un servizio essenziale per tutti i cittadini.
La UGL Salute – conclude Giuliano –alle soglie della discussione sulla Legge di Bilancio chiede con forza al Governo e alle Regioni un cambio di passo immediato. I fondi stanziati devono essere destinati a rafforzare il personale, rinnovare i contratti e rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale, non a rincorrere l’ordinario. Senza un piano concreto e risorse adeguate, il rischio è quello di assistere al lento e inesorabile smantellamento del sistema sanitario universalistico”.
