Il Governo ha annunciato un piano di assunzioni nel Servizio Sanitario Nazionale di 27 mila nuovi operatori sanitari entro il 2028. Un investimento da 1,6 miliardi che punta a rafforzare il sistema pubblico, rispondere alla carenza cronica di personale e rilanciare la missione della sanità come servizio universale e solidale.
La priorità assoluta sarà data agli infermieri, figura centrale e oggi drammaticamente carente: ne mancano almeno 70mila. Solo 2mila delle nuove assunzioni riguarderanno i medici, mentre il restante personale sarà composto da professionisti sanitari di varia natura, con l’obiettivo di aumentare la forza lavoro del SSN del 6% entro il 2028.
Tra le novità più rilevanti la possibile rimozione del vincolo di esclusività per gli infermieri, che potranno esercitare anche in libera professione e in intramoenia, come già avviene per i medici e l’aumento delle indennità di specificità, per valorizzare competenze e responsabilità, anche se la defiscalizzazione resta incerta.
Il piano prevede anche l’Incremento dei fondi per la prevenzione dal 5% al 6% del Fondo sanitario nazionale; l’estensione degli screening oncologici a fasce d’età più ampie e 80 milioni per la salute mentale e 300 milioni per il Piano sanitario nazionale.
Due nodi critici potrebbero assorbire parte delle risorse: l’deguamento delle tariffe per le strutture private convenzionate, dopo le recenti sentenze del TAR e il rifinanziamento dell’assistenza domiciliare, che dopo il 2025 non sarà più coperta dal PNRR e richiederà almeno 600-700 milioni.

Giovanni Zanini, segretario generale Cisl Fp Verona, ricorda che non significa solo aumentare i numeri. Significa coltivare l’affezione alle professioni sanitarie, promuovendo il senso del servizio, della cura del bene comune, della solidarietà e dell’universalità dell’agire. È questa la vera sfida: riconnettere la tecnica alla missione, la competenza alla vocazione.
