(Angelo Paratico) Il 3 ottobre di 35 anni fa le due Germanie si univano in un’unica nazione. Questo anniversario è stato festeggiato in tono minore in Germania, segno che credono che ci sia poco da festeggiare. Torna alla mente la battuta di Giulio Andreotti che poi gli causò tanti fastidi con i vicini tedeschi: “Amo così tanto la Germania che sono felice che siano due”.

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Giulio Andreotti

Le preoccupazioni per il futuro sovrastano le gioie del presente. Il partito anti-sistema del AfD sta crescendo nei sondaggi semplicemente perché la libertà che era stata promessa – e che continua ad essere promessa – si sta erodendo ovunque: attraverso l’immigrazione senza fine dai paesi musulmani e attraverso uno Stato ossessionato dal controllo, che agisce con sempre maggiore severità autoritaria contro chiunque sia sospettato di deviare da quanto prescritto.

A ciò si aggiunge il declino della prosperità, distrutta – ancora una volta – dall’immigrazione e da una politica climatica completamente squilibrata che da tempo si è distaccata dalla realtà e si è trasformata in un culto apocalittico.  Poiché i conservatori non sono in grado o non sono disposti a porre fine a questo sviluppo – anzi, lo stanno addirittura accelerando – la loro base elettorale si sta spostando su un altro partito. Tutto sommato, è una situazione molto simile a quella che osserviamo in Gran Bretagna e in Francia.

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Helmut Hohl

La festa ufficiale per la riunificazione tedesca si è tenuta nel Saarland. Il piccolo stato occidentale che ha ospitato l’evento e che detiene la presidenza di turno del Bundesrat, la camera del Parlamento. A Saarbrucken le élite tedesche ed europee hanno festeggiato i risultati raggiunti e, senza dubbio, ci sono stati dei successi. Ma non c’è dubbio che l’anniversario della riunificazione sia meno una celebrazione e più un monito.

Frank-Walter Steinmeier, capo di Stato ufficiale della Repubblica Federale, ha parlato insieme al cancelliere Friedrich Merz in una cerimonia alla quale era stato invitato anche il presidente francese Emmanuel Macron, per sottolineare la dimensione europea della riunificazione della Germania. Da notare che Angela Merkel, l’unica cancelliera cresciuta nella Germania dell’Est, e Joachim Gauck, l’unico presidente federale proveniente dal ex stato comunista, non erano presenti. 

A distanza di 35 anni, le differenze tra le due Germanie sono ancora marcate. Da quando il muro cadde, nel novembre 1989, la riunificazione non vien più vista come una fusione tra pari ma come un’annessione. Le istituzioni, l’identità e il senso di sé della Germania dell’Est furono rapidamente smantellati, sostituiti dalle regole e dai presupposti della Germania Ovest. Helmut Kohl che aveva immaginato un futuro roseo, seguendo i consigli del suo amato Confucio, vide invece crescere una forte alienazione, e la sensazione di essere assorbiti in un nuovo ordine ma mai pienamente accettati. Per i tedeschi dell’Est l’occidente non è mai stato sinonimo di libertà, ma sottomissione in una forma diversa.

Anche in termini di benessere materiale, l’est non ha recuperato il ritardo. I nuovi tedeschi guadagnano ancora il 17% in meno rispetto ai loro omologhi dell’ovest e, in termini di patrimonio, le famiglie dell’ovest possiedono più che doppio rispetto a quelle dell’est, dove la popolazione è diminuita di 2,4 milioni di persone, principalmente a causa della fuga dei giovani, rendendo l’est più anziano rispetto al resto del Paese.

“Il fascino di ciò che chiamiamo Occidente libero sta notevolmente diminuendo”, ha detto Merz nel suo discorso a Saarbrucken, invitando i tedeschi a unirsi e a ravvivare l’unità nazionale. “Non è più scontato che il mondo seguirà il nostro esempio, che i nostri valori di democrazia liberale saranno emulati o che noi, come parte dell’Occidente libero, avremo l’opportunità di cambiare il mondo in meglio”.

Nell’ovest, dove il sostegno per l’AfD è meno forte rispetto all’est esiste un marcato sconcerto sul perché la riunificazione non abbia portato armonia e prosperità ma tendono piuttosto a ricordare che il Nazismo prese il potere grazie ai voti che raccolse a Est.